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Visualizzazione dei post da gennaio, 2006
...E mi parlò di un giovane che era innamorato di una stella. In riva al mare tendeva le braccia e adorava la stella, la sognava e le rivolgeva i suoi pensieri. Ma sapeva o credeva di sapere che le stelle non possono essere abbracciate dall'uomo. Considerava suo destino amare senza speranze un astro, e su questo pensiero costruì tutto un poema di rinunce e di mute sofferenze, che dovevano purificarlo e renderlo migliore. Tutti i suoi sogni però erano rivolti alla stella. Una volta, trovandosi di nuovo su un alto scoglio in riva al mare notturno, stava a guardare le stella ardendo d'amore. E nel momento di maggior desiderio fece un balzo e si buttò nel vuoto per andare incontro alla stella. Ma nel momento stesso del balzo un pensiero gli attraversò la mente: no, è impossibile! Così cadde sull'arena e rimase sfracellato. Non sapeva amare. Se nel momento del balzo avesse avuto l'energia di credere fermamente nel buon esito, sarebbe volato in alto a congiungersi con la stel
"Le sere turchine d'estate andrò nei sentieri punzecchiato dal grano, calpestando erba fina: sentirò, trasognato, quella frescura ai piedi. E lascerò che il vento mi inondi il capo nudo non dirò niente, non penserò niente: ma l'amore infinito mi salirà nell'animo, e andrò lontano, più lontano, come uno zingaro, nella natura - felice come una donna." (Rimbaud)
Il cambiamento di coscienza dovrebbe essere radicale, è l’entusiasmo che muta, è che in alcune scene già viste ci troviamo più comodi che in altre.
Poi mi dico che non vale la pena, ma i pensieri sono là a rincorrersi… Chissà in quante notti…
Paura che possa non riconoscermi più.
Ascoltavo quel disco, torno ancora, a distanza di tempo, distante da quei giorni… mi chiedo... ci ricorderemo davvero di come ci si sente ad essere cosí vivi?
Io però ho sempre pianto per ieri.
Forse è proprio questo, si ammira il modo in cui l’altro riesce a prendersi cura di sé perché si vorrebbe fare lo stesso ma a modo proprio.
Stavo solo giocando, mimetizzavo le parole perché non ti arrivasse nulla. E distrattamente ascolto ma non una parola e spero di sbagliarmi, poi spero di no, poi vorrei di si ...e ancora mi sento troppo lontana.
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© cluricaun - 2003 - Fata Linfa Mi dispiace per come ho voluto crederti, per come ho desiderato che fosse vero e per come sono rimasta solo io a fare bolle di sapone. Certe cose non si possono mai sapere prima, neppure l’acqua non lascia tracce e anche lei in certi casi non smette di scorrere. “Scusa, pensavo fosse più caldo qui e che ci fosse più aria tra noi” Invento le battute e mi scrivo il copione perché parole non sono più arrivate, solo quelle destinate all’altra me, no che non me ne vado ma permettimi di ingarbugliarmi come e quando credo. Poi tornavo e avevo perso certe cose e ne avevo acquistate altre ed altre mi erano state regalate, un bagaglio niente male ma piuttosto pesante, così mi preparavo all’appuntamento che certi treni so già perderli e sfoltivo i rami che mi erano cresciuti sui capelli mentre aspettavo e vedevo gli altri passare, un bacio, qualsiasi bacio ti porta qualcosa della persona che lo dà, aspettavo solo ditali, come Peter Pan, il bacio più puro. Così avev
Puntualissimi come orologi, non stupiscono più i suoi occhi, lancette recintate, timore di vedermi andare via e accondiscendenza, il modo migliore per farmi tornare dov’ero. Quando farò la giornata dei confronti ci sarà da ridere per tutti.
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© cluricaun - 2005 - Laura Belem - Enamorados Ora che ci penso mi viene da ridere, quante volte avrei dovuto parlare e quanti pensieri ho saputo ascoltare. (da mesi fa, come una definizione, perché cercavo di capire, di cogliere tutto: “che scuote, dentro, che fa bene ma che fa anche male.” E poi mi ritrovavo nelle contraddizioni ed ero sempre del mio parere.)
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© cluricaun - 2005 - Bruna Esposito - Precipitazioni Sparse Che poi la parte più difficile stavolta sta a me, smettere di guardare nello specchietto retrovisore. Oh tu guarda quanta strada… aha, zero foglie e zero pozzanghere e zero sabbia e zero mare… è per quello che mi chiedo dove cavolo sto andando, resta il fatto che i passi portano naturalmente verso l’oggi. Sono pronta a contraddirmi non appena immagino di invertire i ruoli, ma che rabbia certi copioni! Ma se penso a me nel ruolo opposto, capisco anche certe indifferenze e certi silenzi e certe lacrime.