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Visualizzazione dei post da maggio, 2005
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Guardo nella scatola di legno piena di varietà di bustine di thè e mi dico... mmh, vorrei un thè alla vaniglia... Ma no, Smicchie, sei piena di bustine, cambiamo per una volta! Scegli un numero a caso e usa quello. Ok, 16! 16... 16... che è? Vaniglia!  A casa mia non mancherà mai thè alla vaniglia e zucchero di canna. (21 processi di raffinazione anzichè 16! Oh!)
Oggi mangio Pane e tulipani.
Bisogna imparare ad aspettare.
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Inizio a frammentare i pensieri sempre di più, nessuno ha lo spazio per riempire una sola pagina di blocchetto.
Noto delle similitudini ed è vero, c’è una paura di fondo nel dover dire di si. Mi crederà pazza forse… Ma si, in fondo i calabroni non sanno di non poter volare e i difetti li abbiamo tutti. ”Ma tu sei triste” una volta mi ha scritto, così, senza esclamazione o domanda, come una sua triste sorpresa in risposta, eppure aveva visto il giusto, perché una sorpresa quando la scopri è lì e c’è inequivocabilmente.
È a quel punto che vorrei dire: “Guarda che io ti amo!” con prepotenza, con la rivendicazione dei sentimenti. Ho frammentato le parole e anche le mani, divise per colori, perché non sono più né parola né gesto. Non so più né parlare né ascoltare. Bello un filmato su questo. L’incomunicabile ai più… proprio come mi presento di solito al mondo: “Piacere, Michela”  stringendo la mano, perché io la mano la stringo, quanto meno per far sentire che ci sono davvero oltre alle parole che non sentiranno e poi… Mi disegnano loro, io li lascio a guardare, io mi lascio inventare.
Adesso mi fa sorridere, di tenerezza, se penso a quanto amore ci mettevamo nel non amore per la crisi, quando si ponderava una terapia di coppia. E troppa fiducia nella cura e poca in noi stessi.
L’uomo del nuovo millennio è forte e la medicina potente e avanzata Ed ecco che il corpo resistente ma volubile usa la mente come capro espiatorio. Ecco che iniziano ad avere paura della mente. Ma quelli che non comunicano fanno paura, eppure nessuno non comunica assolutamente nulla, dipende dalle chiavi di lettura che abbiamo deciso di raccogliere dal mazzo.
Del non parlare. Poi mi sono tolta anche le parole. Io non so più che scrivere. Io non so più se sia giusto scrivere così. Io non so più se scrivere.
“La ragazza sul ponte”, “Primo amore” di Garrone. I primi film che mi guardo da sola con un qualcosa di diverso, sembra così strano, o meglio, così diverso da prima, ma è un passaggio naturale, un’altra via d’uscita e ora capisco il poeta. Due film al giorno. A Capodanno film. Il diverso forse è nel volerli condividere con tanti, io ancora non ci riesco, ma il suo gesto per me è lodevole.
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Roma, La Maggiolina, Via Bencivenga 1, Angolo Via Nomentana. Sabato 28 maggio ore 22,30. Open bar a 10 euro. DJ Katoo, musica rock e tutto ciò che gli salterà per la testa! Pook c'è, io anche!
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“Lei sembra una ragazza che sta per fare un errore” La ragazza sul ponte. A me questo film ha fatto ridere, piangere, pensare insieme. Mi sono venute in mente milioni di sguardi. Tante promesse, un solo cuore.
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© cluricaun - 2005 - Terra
(Velvet Underground – Venus In Furs) Ti viene mostrato ciò che si desidera… Ricordo che all’inizio della mia adolescenza mi dicevo che mi sarei comportata allo stesso modo sia di fronte alla mia migliore amica che di fronte al papa… e così è stato. Rispettare e rispettarsi. È ovvio che alcune persone tendono a fare uscire o ad evidenziare un lato del carattere e altre un po’ meno. Io ho visto notevoli cambiamenti, soprattutto inizialmente, come se tirassi fuori naturalmente alle persone la verità e la dolcezza, poi si ricostruiscono e si ricoprono di sovrastrutture e muretti altissimi per difendersi dall’apparire e questo mi riempiva d’amarezza ma continuavo a cercare quel principio di smascheramento arrendevole che mi veniva mostrato. Tante volte mi sono trovata a difendere e a giustificare le persone perché credevo di sapere come fossero realmente… E invece no, invece in quest’anno ho capito che la persona si mostra per quel che vuol mostrare e non è compito mio quello di voler che s
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© cluricaun - 2005 - Acqua
(Cappello a Cilindro – Il Ballo del Poeta) Dopo l’acqua e la terra eccomi adoperante verso il fuoco. Ma l’ho spento e riacceso migliaia di volte e neppure la brace mi resta, solo strati e strati di  olio che non si intravedono neppure, uno a coprire l’altro. Spengo e accendo, chiaro e scuro, poi di nuovo chiaro e poi ancora più scuro di prima. Senza pensare, senza guardare, senza pesare.
(Vinicio Capossela – Bardamu) Allora, io il profumo dei frutti non l’ho sentito, ma ho visto una lacrima cadere ed era più leggera di tutti i suoni che ho ascoltato. Cambiando zona ti accorgi di come cambiano le persone. Mi occupo le mani per non tenere a bada i pensieri.
02/05/05    (02,07) Riesco a perdere tempo in ogni modo possibile e non immaginabile. Poi quando vado a dormire trovo sul comodino frammenti d’iride, montagne di vestiti che avevo da poco sistemato, un cane sulla scrivania… E come direbbe il signor Psico alla figlia: “Questo è il casino che hai nella testa… sono anni che aspetto che tu decida di rivolgerti a me”
Ho sonno e non mi riesce di dipingere tanto che mi chiedo che cavolo ci sto a fare a casa, sul bagnoschiuma c’è scritto “rivitalizzante”, ma con me non deve aver funzionato.
Sono rientrata presto. Mattina presto.
25/04/05    (19,00) Non riuscendo più a scrivere di adesso, lascio scritti dei giorni passati, di quando era più facile guardare la carta.
13/04/05    (20,00) …di quando alla fermata dell’autobus non c’è più la certezza (o il dubbio) di avere a che fare con scuse per l’attesa. …o di quando, altro evento empatico, gli occhi diventano lucidi, perché qualcuno fuori Europa non riesce né a trovare le radici nel suo divenire né a trovare casa.
07/04/05    Avrebbe un motivo in meno per tradurre le canzoni dei Karate.
07/04/05    E così come non riuscivo a dire che ci eravamo lasciati senza piangere, allo stesso modo, non riuscivo a dire che ci eravamo salutati ancora una volta.
07/04/05    Volevo provare un infantile e non sconcertante morbillo e invece avevo solo un’allergia.
07/04/05    La sua vita lontana dalla mia.
07/04/05     (23,30) Luna Nuova domani… Ecco perché cercavo e non c’eri.
Sono stanca di nulla... Esattamente stanca di nulla. Non sempre io sono del mio parere. (Paul Valèry)