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Visualizzazione dei post da 2007
Primo giorno di ferie. 3 giorni a Natale. Devo ancora comprare il regalo all’abbruzzicman. Faccio sempre tutto all’ultimo momento disponibile… non imparo mai. Forse perché alla fine riesco sempre a far tutto nonostante tutto.   Non credo di saper guidare, chissà se riuscirò a fare una guida normale, non emotiva, il giorno dell’esame, questa volta magari farmi promuovere, comunque io mi vedo a vagare tra campagne e colline, non per il traffico di Roma.   Ho regalato alle maestrie-colleghe il panetto detergente al cacao ed uvetta che Verde Edera mi ha insegnato a fare, l’ho confezionato come se fosse un pasticcino, poi ho fatto dei pacchettini di biscotti per tutte loro. La Maestra Buona mi ha comprato il termometro per temperature alte all’Ikea per cui potrò presto fare anche il sapone, finalmente!!! Sono contenta!   Primo giorno di ferie e sto così bene senza far nulla, ora andrò a fare la spesa e poi potrò finalmente guardare “Sound Barrier” di Amir Naderi che sono secoli che Andrea m
Monocrome – Yann Tiersen Questa canzone ripetuta all’infinito, può dare solo immagini bellissime che mi derivano da pensieri indotti a ruota libera da altre stagioni. I Miss You – Bjork Qua l’elfo islandese si scatena nei tempi moderni. Monocrome – Yann Tiersen Ma io adesso ho voglia di giallo ingiallito, riprendo la bicicletta, riportami in giro. Un album di foto, carta da lettere, ti lascio un messaggio, a spasso con il cane, non è un pensare che non c’è altro è voglia di giocare con le immagini come quando (fuori piove… perché ogni volta che dico “come quando” mi viene in mente “fuori piove”? che era? Un film?)… come quando bevo alla fontanella di viale della Serenissima e devo riempirmi le mani d’acqua perché se bevo come tutte le genti mi si bagnano le scarpe e inizio a tossire e se mi si bagnano le scarpe penso a quando per giocare con l’onda mi sono inzuppata completamente scarpe e pantaloni e dopo due ore dovevo salire sul pullman e fare il viaggio di quattro ore e q
18-11-07 ho buttato un biglietto dell’autobus di circa due anni fa, timbrato, si, ma soprattutto scritto dietro. Scritto da me con un pennarello che era nero ma il tempo ha reso l’inchiostro verdognolo. È la prima volta che mi butto così vecchia. L’abruzzicman mi ha fatto delle belle foto oggi con il cellulare, poca poesia nelle foto fatte con il cellulare, il punto è che ho una percezione di me diversa da come sono. I capelli corti nuovi poi… si, Jè, proprio corti! I capellini nuovi non mi aiutano… io non sono come mi vedete! :P
Accontento Akire e aggiorno. :P Ieri mattina ho avuto una mattinata con i fiocchi, la riunione con i genitori del bimbo e le maestre è andata bene, la logopedista non si è presentata, siamo uno staff allineato con le idee e le strategie e per ora tutto fila liscio anche se il pargolo inizia ad avere delle difficoltà, certe volte mi guarda con la testa tra le nuvole che vorrei andarci pure io ma il mio compito è riportarlo con i piedi per terra per cui non posso appendermi alla sua nuvoletta.   Torno a casa, dormo 10 minuti, 10 solamente e porto giù Schiele a velocità supersonica perché poco dopo ho una lezione di guida, trafelata come sempre vado all’autoscuola e l’omino mi dice che l’istruttore è dovuto andare via e che se voglio posso aspettare 45 minuti e fare la lezione con l’altro istruttore… non capisco perché non mi abbia telefonato per avvisarmi, eppure la bolletta credo che la paghi! Rimpiango i minuti di sonno mancanti e prenoto la visita per un altro giorno.   Torno a casa e
Ho un'innata capacità nel dimenticare la macchinetta del caffè sul fuoco.
Vado al parco senza cane perché terrorizzato da queste cazzo di miccette che sparano (e siamo a Settembre ma che diamine ti spari?! Che festeggi l’inizio della scuola?! E soprattutto ma non esistono più i giochi di strada?!). Schiele s’è nascosto sotto al letto, a tradimento l’ho fatto arrivare in un’altra stanza e l’ho inguinzagliato, sotto al portoncino s’è seduto ed era deciso a non proseguire allora l’ho portato in direzione opposta al parco, gli ho fatto fare il giro del palazzo che lui ha guarnito con due lunghissime pipì, dopodiché… sempre a tradimento, l’avrei portato in direzione parco dove c’è l’area cani e dove avrei potuto slegarlo senza farmi trascinare e lui avrebbe potuto nascondersi sotto alla panchina perché, lui si che lo sa, queste dannate michette sono un pericolo micidiale per l’umanità e anche per l’animalità, che ne volete sapere voi altri che non avete il tartufo! Tutti sotto coperta! Tutti sotto
Essere e apparire. Questa è una questione sulla quale la cugina ha ponderato assai. Io ho solo constatato ciò: oggi senza quasi rendermene conto mi sono vestita per lui, anche se poi lui non c’era.
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Ho un suono di sassofono tra qualche ricordo estivo e per la prima volta ascoltavo quel suono da vicino e per la prima volta non era un sassofono dalla finestra ma ero io nella finestra, era la prima estate da irreversibilmente felice. (ricordo di Sessa Aurunca)   Pane e cioccolata e un bicchiere di latte freddo mentre salto nei suoni di due diversi nuovi album di diverse voci di donna. (Cristina Donà - La Quinta Stagione e Patrizia Laquidara - Funambola)   Non mi va più la patente, ho perso entusiasmo col finire dell’estate. In compenso ho da raccontare che alla mia prima guida i carabinieri mi hanno fermata e detto: “Come mai scappa quando vede i carabinieri?” , io che non so manco mettere la terza ma come diavolo faccio a scappare? Mah! Ho il foglio rosa vicino alla carta d’identità, devo tramutarlo in patente perché ormai ho pagato e perché sennò non me la prendo più!   Sono stata in Abruzzo dall’abruzzicman, poi a casa (Roma), poi di nuovo in Abbruzzolandia e poi di nuo
Andrea, mettimi su schermo, come se fossi una velina figa mentre vomito nel cesso di casa tua, il mio ego ne sarebbe soddisfatto, trova quella maledetta frase che è il bandolo della matassa dell’idea di quel video.
Un giorno scriverò un’enciclopedia sul “Te lo avevo detto”.
Guardo la foto, forse era Aprile, sui sassi piovuti dal cielo in blocchi di mattoni cubici quadrati che la mia mente alla fisica quantistica gli fa un baffo, i cubi in accordo con la camicia a quadretti nel suo lato serio e il cielo in accordo con gli occhi che dirlo è anche banale, quello che mi stupisce è che mi rendo conto ora, dalla foto, del profilo del viso perfetto in controluce che sembra un improbabile capoindiano con gli occhi azzurri.
Oggi, mancanza forte di abitudine mancata. Rientro dalle vacanze. Disintossicazione in atto. Forzata solitudine. Si ritorna a contare i weekend.   10-08-07 Tutte le volte che ho scelto di dormire a destra Avevo a sinistra occhi veri.   06-08-07 Mi piace partire, è che non mi piace andar via.   15-07-07    Mi manca solo lamentarmi.   13-07-07 Sono dogsitter nell’animo!
Penso di avergli sempre chiesto di portarmi dove non ero, dove potevo essere l’eccesso senza freni e senza giudizi, come un rave in un bosco salentino, entrare col buio andare col giorno per mano. Portarmi sotto le casse, portarmi tra sfascioni di sostanze sconosciute solo a me, portarmi nell’”amo tutti”. (senza data, questo è perché continuo a legarmi al passato, questo è perché mi piace un sacco lamentarmi di quanto so stata male di quanto so stata scema di quanto… ah che palle! Ma questo è anche perché scrivere del passato mi permette di chiudere meglio i capitoli, come ribadire The End)
Come nel video di Natalija Vujosevic, erano anni fa quando lo vidi, “Nel caso non ti dovessi più incontrare”, immagini sparate, vorrei lasciare un fac-simile di quel video al ragazzo-dei-cani, perché non credo abbia capito quando ho detto che ripenso a Novembre, non ci penso come letterine spazzate via da scopa di saggina, ci penso perché mi arrivano foto mnemoniche di me vista da tutti i punti di vista, vorrei mandargliele quando accende la tv che gli fa compagnia per cena, mandargliele di cattiveria, mandargliele costretto a guardare spontaneamente. Fatto ciò mi sentirei meno sola nel ricordo, lo avrei condiviso forzatamente con lui. Questo è il lato cattivo.   Quello buono invece mi porterebbe a fare un video per ogni storia. Ovviamente per quest’ultima vorrei il finale vita natural durante. "Come se fossi a togliere la mia pelle fragile le credenze e le incrostazioni di banali e mortali opinioni dalla riva delle emozioni Le mie uniformi son vane come se come se fossi nuda in u
Mi sono riletta, come guardare vecchie foto, mi sono accorta che non solo non so più che giorno è oggi ma che non riesco neppure più a riconoscere per chi erano certi pensieri! Non me lo levo dalla testa che ho scordato il suo cognome, un anno e mezzo di vita assieme, non molto a dire il vero, ma intenso e di forte sbattimento alcolico, penso che insieme ai bicchieri ho ingoiato anche il suo cognome, poi l’ho letto sulla rubrica perché non ne potevo proprio più della dimenticanza ed ora non so che farmene del ricordo.   Adesso mi verrebbe voglia di svegliarti con una foto di me sola riflessa nello specchio davanti al letto, così, ogni tanto potessi vedere quello che faccio e come nel tuo specchio, senza toccarmi, senza prendermi, senza sentirmi, solo frame immobili sotto ai tuoi occhi. Sorrido al pensiero di me all’improvviso davanti a te inaspettata.   Il gentil-ragazzo-dei-cani io vorrei accusarlo d’attaccamento ma mi toccherebbe prima guardarmi allo specchio e siccome l’henn&egr
Credo d’essere felice e spero di non sbagliare nella mia percezione. Bevo brandy per il mio mal di gola d’agosto. Ho mal di gola, non c’è niente da fare, il corpo ricorda tutto. Il mal di gola è delle cose non dette. Io ho cose non fatte prima della partenza: valigia, scritte a colori, sperare che arrivi il postino prima di dopodomani, gli esercizi e l’esercizio di canto, inventare una cena, pulire la casa. Mi ero sbagliata comunque, sono ancora in grado di generare guai! Nel frammentre ascolto pizziche e tarante, pizzichi e mozzichi, frizzi e lazzi e mi preparo ad andare. Se ti amo che mi dai in cambio? Ah-ah! Ah, ho così tante cose da fare che credo che prima mi leggerò un buon libro!
Un nuovo caffè per favore. Uno nuovo, l’altro è diventato passato. Da ieri quando rido mi si vede sulla pelle. Da un mese sono cresciuta. Quest’anno è stato segnante. Poi dici – ca lu priet porta li cavzuon – lo stress… Sai qual è la cosa più ironica? L’esperienza mi ha fatta crescere tutta in un balzo così che la stessa esperienza riportata ad oggi la affronterei con l’amore che posso. Guardo i video di Bjork, vorrei farlo tutto il pomeriggio su un divano lunghissimo e con tante persone ma abbastanza da starci comode tutte, voglia di condivisione in collettività. Nel mio immaginario dovrei essere più minuta per essere me, che da grande è più complicato. Voglio un iguana da guardare per un giorno. Marta ha detto che sono sexy, anche questo è lontano da come vedo me, è come dirmi che sono alta, io che mi vorrei bassa.   Mi piacciono i contenitori da cucina con su scritto “caffè”, “orzo”, “sale”, “olio”, ecc…   Diventa serio lontano da m
Mi preparo negli ultimi attimi utili perché perdere tempo è sacrosanto, vorrei lo facessero tutti, non chiedermi a che ora e non dirmi tra quanto che mentre mi sdraio sul letto passano ore di occhi sul soffitto e ciglia impastate di rimmel, l’attimo preciso in cui il corpo si posa sulle lenzuola ed è già ora d’uscire, come potrei privarmene?   Attira le parole come nei film, solo che io non so scandirle, biascico, dice, mi ci nascondo, dico io. Quando sono in macchina con altri abbassano il volume della musica perché non si sente quello che dico. Agli esami i professori si sdraiavano sulla cattedra per sentirmi meglio, uno ha detto che parlavo come se non mi interessasse, al colloquio per interpreti di lingua dei segni l’urlatrice bionda me l’ha chiesto almeno quattro volte di alzare la voce, avrei preferito usare i segni che tanto mi avrebbe capita comunque ma lì serviva la voce, non tiro fuori la voce, chissà a cosa è aggrappata dentro. Ho barattato un corso di canto con uno di lingu
Teramo - Roma, 08/07/07    (18,47) Planare nelle tue paure e perdermi un po’.   (19,12) Scrive solo nella metà del foglio. Dopo l’impaperinamento del rientro mi viene il sorriso del surreale per ciò che sento di portare dentro.   (19,27) C’è un silenzio rispettoso per le montagne barbute del Gran Sasso.
Roma, 26/06/07    (01,07) Sono abbronzata anche se non lo sa nessuno   Fin’ora lo “sfastidiarmi” è servito tanto per farmi guardare dentro (puntualità, cinismo, verità nuda e cruda…sgrunt!) Non ho voglia di scendere dalle nuvole Ma a qualcuno dà fastidio il sognare altrui È inutile che mi lanciate roba per aria! Nel momento in cui mi raggiunge volgo lo sguardo e poi…ops, riscende giù! Il tempo di vederla appena e di sfastidiarmi!   “C’è chi si mette gli occhiali da sole per avere più carisma e sintomatico mistero”
Giulianova – proprio! – spiaggia, 23/06/07    (di un mezzogiorno e qualcosa e di capelli nel vento) Scottatura prevista, sole ore calde, musica a scelta (del lettore emmeppìmille). “Sei diventato un fiore alto e disperato questo è il tuo modo di gridar che vorrei” Basta uno screzio per pensare che il posto ha meno senso (“questo posto è uno schifo! Un vero schifo!” subito dopo che Daniel San ha preso a calci la sua bicicletta!) Io mi anestetizzo nella musica esattamente come facevo con l’alcol. Ho la sindrome da ricco di (al) mare. “Adorami, che sono fragile”
Quasi Giulianova 22/06/07    (18,40) …è che non ho mai conosciuto ancora chi possa fare la giornata del silenzio con me.   Ho pensato, in viaggio, che potrei andare ovunque, sono diventata duttile e non malleabile. “L’autista che ti guida ha una sola mano” (tentativo di disegno) non so neppure come è fatto un volante.
19/04/07    (00,51) Non deve essere nemmeno colpa sua se riesce ad arrivarmi così vicino in due parole, ho voglia di te, è che non mi fido, amara, è che non mi fido di chi sa usare – dosare così bene le parole, forse perché io non l’ho mai fatto così tanto. Nuda con le parole, scoprimi con i suoni, io per parlare muoio nelle mani o al massimo lascio un biglietto, anonimo, nella tasca del cappotto.   O forse sono imbecille?! “Ti da fastidio se la ospito da me?” “No.” Ho davvero detto “no”?!!! Sono imbecille! È solo che mi sono messa nei panni di tutti, è solo che non mi fido né della mia parete femminile né di quella maschile. Non rompo con paranoie poggiate su altre paranoie inutili e motivate solo da me. “Pensi troppo”, mi ha detto un signore che ha il mio cuore. “Sta bene nel corpo, è nella testa che ha dei problemi, i pensieri sono i suoi problemi”, ha detto un signore che ha la mia stima. Dovrei trarne conclusioni Però se ci penso troppo, ecco, la gelos
Giulianova – Roma (forse Aprile) Viaggio pullman delle 18 - Un qualsiasi tratto iniziale. I giorni sono sottolineati solo nei sabati e nelle domeniche E il rumore dell’aria condizionata è l’unico suono della distanza che copro con musica.   Il sabato dopo. Tratto iniziale dell’andata. Non sembro partire per tornare. Ieri ho capito. Sono diventata grande nel momento in cui ho smesso di generare guai. Tu ne sai qualcosa? Che poi non si smette di sentirsi o acrobati o elettricisti Ma sembriamo sempre capire. Disadattati o superiori Ma sembriamo sempre capire. Tuttavia mi sembra di non avere nulla da perdere per cui volo col piatto d’argento sulla testa.   E non avevo paura delle pecore perché ero più istinto di loro.
Annunciaziò annunciaziò: IERI MI SONO ISCRITTA A SCUOLA GUIDA! A 25 anni embè?! Erano anni e anni che andavo ad informarmi per i prezzi che avranno creduto fossi una spia e invece... finalemente l'ho fatto! Attenziò attenziò!
“era bello cadere d'autunno sopra le foglie come le foglie era bello sentirti cantare giù per le scale” E non è colpa mia, sono certe voci che mi inondano di delirio! A mia discolpa dirò che non sono sparita, sono solo più nomade e i miei scritti li sto lasciando alla carta.
Analisi del testo: Voglio – Tre allegri ragazzi morti Voglio respirare come un animale (lo faccio) voglio stare bene come un animale (lo faccio) spero di dormire almeno come un animale (a guardare Schiele, credo di farlo) e riuscirò a giocare come un animale (celo!) voglio rotolare come un animale (mi manca!) ti voglio annusare come un animale (celo!) voglio imparare a stare solo come un animale (mi manca!) guardare in faccia ad ogni pericolo (mi manca!) ma sono un uomo (credo che donna valga lo stesso) e non lo posso fare non sono un animale (no?) respirare (yes), correre (yes), riposare (yes) abbaiare (a volte ululo), continuare a far l'amore (yes) invecchiare (annovero tre capelli bianchi nel crine), morire (me lo segno) ululare (ecco), rotolare (nelle dune salentine l’ho fatto ma non è mia abitudine purtroppo), correre (yes), dormire (yes), respirare (yes), morire (più volte? Me lo risegno!) p.s. Concerto alla Sapienza (Roma), 12 Luglio ore 21,00.
Entro in ascensore e trovo un cartellino adesivo: “I nostri amici cani non possono entrare” Chiaramente lo stacco perché non ha alcun senso se non quello di voler rompere le scatole. La cosa assurda è che se io domani mettessi un cartello del tipo: “Se hai una caramella al limone in tasca non puoi entrare. (Assurdo per assurdo!)” Nessuno mi prenderebbe sul serio. Anzi… da domani lo faccio: attacco un cartello assurdo al giorno. Quantomeno la gente si fa due risate invece di rompere le scatole. Ci sono pure andati a spendere i soldi per comprare il cartellino! Ci tengo a precisare che se i cani sono ammessi nel condominio, e da me lo sono perché persino il portiere ne ha uno, sono anche ammessi negli spazi condominiali, legati ovviamente (e non so se devono avere anche la museruola, mi informerò, a voler esser pignoli!), fino a prova contraria l’ascensore è uno spazio condominiale (o no?! O è solo della signora dell’ottavo piano?! Bah!). Ma poi ripensandoci... sono pure ipocriti, "
11-04-07         00,08 Io sono matta solo privatamente.
03-04-07         02,13 “è vero che non è vero che quando si sale prima o poi si deve scendere?” mi ha chiesto con timore. “Dicono così ma anch’io ho sempre desiderato L’arcodamore infinito." Mi ha guardata incuriosito ed ho dovuto spiegare la storia del libro. Strano… come se m’avesse chiesto di non scendere mai da quell’arco e io per quanto la forma dica il contrario resterei in bilico sulla cima. Il rischio è di non muoversi e non migliorare. Ma poi… proprio lui che ride delle mie favole?! E proprio io che con la bicicletta ne ho viste tante di salite diventare discese! Si, ma se parti per non tornare non possono tramutarsi in altre salite!
29-03-07         01,53 Penso anche che questo è l’odore del mio cuscino e forse messo accanto ad un altro cambierebbe insieme alle mie abitudini. L’altro cuscino poi potrebbe non avere la benché minima intenzione di fare spazio al mio odore. Paranoia numero 3: Io vivere assieme a qualcun altro non lo so fare. Paranoia sorgente della 3: Quel qualcun altro sta bene così.
28-03-07         01,35 Si è infilato tra le mie parole e mi parla con quelle. Fa una certa impressione… Deve essere per il Narciso che è in me. Se invece dovesse essersene appropriato sarebbe più inquietante perché sarebbe una scena che ho già visto in cui quel lui se ne andò portandosi dietro il mio parlare ed io a gambe incrociate non ebbi più nessuno con cui riderne…
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Marc Chagall - La Passeggiata - 1917 Pochi giorni al contatto ed ho già mischiato qualche sogno. Non mescolo colori da tempo ma mi dò fiducia. Ci sono delle cose in cui mi dò fiducia ma restano tra le cose mai fatte, così sono sicura di saper dipingere ad olio nature morte senza aver mai avuto la voglia di farne, sono assolutamente certa d’essere in grado di costruire siti ma non ne ho mai fatti. Dicevo del sogno prima di perdermi nei pensieri. Un sogno in cui sapevo che c’era tra i quattrocento amici anche se non lo vedevo, non mi guardavo neppure troppo attorno, tanto ero sicura della sua presenza, si sentiva che c’era, poi di notte dormivo da sola perché anche se lui c’era io non lo avevo trovato. Ha paura dei miei sogni, gli ho consigliato di non dare fiducia alle mie premonizioni negative, solo a quelle positive! Anche perché, vedi… volo? Tu tienimi sorridente però.
(questa roba l’ho trovata in giro, senza data, lasciata a sé, dovrebbe risalire al 2004, la lascio qui per non perderla anche se non mi ritrovo più, mi vedo appena negli errori e nei riflessi) L'emotività come colpa Ed io che credevo fosse la classica accusa "Sei troppo sensibile" Così come "Ti voglio troppo bene" Oh, si, replichiamo anni addietro storie che lasciarono il segno E ne ha tutta l'aria. In tutto quello che respiro. Credevo fosse un "ho paura di poterti far male" Ed ero già sulla difensiva Ed invece stavolta è una paura, tua, non una colpa. Amo ciò che temo Posso volare via al primo soffio di brezza Tienimi ora così come mi vuoi E mi fai intimidire dalle tue paure. E ti fai intimidire da me che vorresti accanto a te. E mi fai innamorare delle nostre differenze Mi fanno persino tenerezza queste paure Perchè ne ho viste alcune sgretolarsi di fronte all'amore E pensi sia colpa mia se ti sei innamorato, anzi, se ti ho fatto innamorare,