(01,48) Quella distanza di cui si vantava in quei momenti, qualcuno avrebbe dovuto spiegargli, invece di abbandonarlo, che erano residui di una vecchia cultura che mal funzionavano sulle giovani donne. Lui, tanti anni più di me. Io, la “cosa più bella” che poteva capitargli in questi anni da dimenticare. Sono da apprezzare fra le cose che non riesce ad apprezzare. Non so come spiegare che con me perde i punti di vista e che distraggo.
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Visualizzazione dei post da luglio, 2006
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(03,15) Ricordo la scoperta della s-vista e anche della complicità e dell’amicizia. Ho pianto quando mi hanno detto che avrei dovuto portare gli occhiali, la bambina svizzera non avrebbe avuto più motivo di suggerirmi le cose scritte sulla lavagna. “Tornerò”, promesse del cuore dei bimbi. L’ho rivisto dire quest’anno e chissà, magari è vero. La cosa davvero vera è il “Non ti scorderò mai”, sbiadisce la voce negli episodi ma resta sul cuore.
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(02,50) “Quell’espressione un po’ così, quell’espressione un po’ cosà” Avrei voluto abbracciarlo per stupore, far capire che una sola considerazione mi aveva colpito, un giapponesismo su di me, prendersi cura di me in parole. Lo dicevo con Lapis ed Ele, basta la gentilezza che mi vien voglia di regalare poesie. Che poi so scrivere come so cantare. Tale e quale. Fatemi canzone e vi porterò le stelle in una favola.