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Visualizzazione dei post da luglio, 2006
(01,48) Quella distanza di cui si vantava in quei momenti, qualcuno avrebbe dovuto spiegargli, invece di abbandonarlo, che erano residui di una vecchia cultura che mal funzionavano sulle giovani donne. Lui, tanti anni più di me. Io, la “cosa più bella” che poteva capitargli in questi anni da dimenticare. Sono da apprezzare fra le cose che non riesce ad apprezzare. Non so come spiegare che con me perde i punti di vista e che distraggo.
(01,40) Capire le persone, ascoltarle, che potrebbe voler dire “prendersi cura di”, vorrebbe dire “prendetemi con voi”? NO. Dovrei metterci altre dosi di distacco che spontaneamente non ci metterei? Pare di si. Sono fatta d’acqua e mi richiedono d’argilla.
(01,11) Eccomi alla gabbia… Schiele sembra libero qui dentro tanto che annusa e corre… Io per niente… Penso che la sincerità sia la prima cosa e forse non so bene come gestirla ma inizio a prendere le prime cantonate… Vorrei prendere l’acqua adesso qui sulla panchina, mi schiarirebbe le idee.
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- "Grazie! Se vinciamo ti mando le foto!" - "Se vincete che? Chi siete? Che fate?" - "Campioni del mondo? Hai presente?" ...io che a volte casco dalle nuvole e che pensavo ad un concorso di body-art! E Leo  che mantiene le promesse:    
(03,38) Penso a un mondo solo stanotte… Erano davvero solo due le cose? Parlarne ridimensiona la tristezza… Prego tanto che tu apra gli occhi. Se dico d’esser viva non prestano molta attenzione.
(03,15) Ricordo la scoperta della s-vista e anche della complicità e dell’amicizia. Ho pianto quando mi hanno detto che avrei dovuto portare gli occhiali, la bambina svizzera non avrebbe avuto più motivo di suggerirmi le cose scritte sulla lavagna. “Tornerò”, promesse del cuore dei bimbi. L’ho rivisto dire quest’anno e chissà, magari è vero. La cosa davvero vera è il “Non ti scorderò mai”, sbiadisce la voce negli episodi ma resta sul cuore.
(02,50) “Quell’espressione un po’ così, quell’espressione un po’ cosà” Avrei voluto abbracciarlo per stupore, far capire che una sola considerazione mi aveva colpito, un giapponesismo su di me, prendersi cura di me in parole. Lo dicevo con Lapis ed Ele, basta la gentilezza che mi vien voglia di regalare poesie. Che poi so scrivere come so cantare. Tale e quale. Fatemi canzone e vi porterò le stelle in una favola.
(02,45) Chiedo un guscio e mi prendo una gabbia per rivendicarne la libertà… Buffa, buffa solitudine… Che impressione delimitare i contorni della libertà!
(02,43) Certi volti e certe frasi dovrei poterli mettere in pausa per poter cambiare i punti di vista prima di dare i miei giudizi affrettati.
(02,16) Ho trovato parole di natale. Ho solo un’immagine di sorriso. Ho attrazione per il diverso e fastidio per un altro diverso, so essere razzista dei sentimenti. So farne razzia. Se fossi una viaggiatrice del mondo sarebbe la fine e invece ho viaggiato solo d’amore.
(01,38) Sai che ho avuto sedici anni l’altro ieri ed oggi non so più cosa sono i ventiquattro ma so di averli e non so come guardarmi. Nello specchio gli occhi mi dicono quanto ho riso e quanto ho pianto e forse ho un capello tanto chiaro che mi fa ridere. Porto addosso il meglio di me.
Di fronte al mio palazzo c’è una ragazza che stende i panni sul balcone, ma lo fa con una grazia fresca che credo sia propria della sua età. Mi chiedevo dove andassero a finire certe delicatezze col crescere.
09-07-06         (10,06) Mi fa essere donna. Isterica come una donna.
09-07-06         (10,05) Se è arrabbiato con me voglio esserlo di più.
09-07-06         (02,36) E non dimentico i fili del palazzo e il nascondersi nell’ascensore o tra le macchine per pisciare…