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Visualizzazione dei post da marzo, 2005
No, non conosco un altro modo per rapportarmi. Come con i fori nella carta stagnola, una volta aperto un forellino i lembi si aprono e sfugge tutto. Pioveva dai balconi e pioveva dove passavo io, riparata dall’alto, camminavo là sotto ripercorrendo la strada fatta poco prima con il cane, seguendo le tracce del mio cane, un modo diverso per tornare a casa.
Provo anche a pensare che sia lui che non dovrebbe andare, come un senso d’abbandono programmato: In uno dei miei film preferiti un ragazzo notava come tutte le cose avessero una scadenza, “…persino la carta per alimenti scade, mi chiedo se ci sia qualcosa che non scada” … diceva più o meno così…
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“Un altro pezzetto di me” E mi rendo conto che stavolta, per quanto possibile, anche io ho voluto mostrarle quei pezzetti, sapere dove legge, cosa scrive, dove dorme, come posiziona penne e colori, come guarda il soffitto e per quanto tempo… Non c’è un modo diverso di farmi entrare nel tuo mondo e viceversa? Io la chiamavo seduzione… o vortice delle fate… Comunque, mentre mi invitava a guardare il parco dove passava le sue giornate, le ho promesso un vaso di fragole da piantare assieme: “Sarebbe bellissimo!”
In fondo anche solo il fatto di avergli sempre dato giorni di scarto non era forse significativo? Qualunque gioco d’azzardo perde ora senso in lui, silenzio compreso.
Mi porta un foglio con scritto sopra di suo pugno: “Ho 50 anni e me ne vanto” E chiede il significato della parola vanto. Tenero nei suoi cinquanta anni.
“Al principio fu” è il titolo del documento che racchiude i miei pensieri, come fare un nodo al bandolo della matassa. Sono tornata dal viaggio in Calabria ed era una pace il vagare tra i campi… Oggi Ila mi ha insegnato ad annodare fili di cotone.
(sabato, 17 circa   …dalla Calabria, dalla collina dove mi ero persa per poi tornare…) Natura apparentemente immobile, sentivo la musica delle cose e all’inizio quando ho detto che sarei andata in viaggio avevo le cuffiette nelle orecchie, forse quello è stato uno dei pochi casi in cui mi hanno dato fastidio, perché c’erano altre voci intorno ed erano tutte da ascoltare. Ronzii, cinguettii, suoni lontani, l’eco delle loro voci, erano suoni più di compagnia, i campanellini del braccialetto che mi ha fatto Ilaria che suonavano mentre camminavo, erano tutti suoni più affascinanti. Così la borsetta divenne una compagna inutile, solo la penna ed il blocchetto si resero utili, la macchina fotografica a stento teneva il passo. “Continua a parlare con gli oggetti”, ha detto, “Non ho mai smesso” ho detto forte mentre mi allontanavo saltellando. Mare, terra, sole pomeridiano primaverile di Marzo. Che altro vi serve? Accendono computer, giocano a carte e non salgono qua sulla collina… H
(venerdì 00,43   …dalla Calabria) Continuo a pensare che sia l’ultimo giorno oggi… chissà… come pregustare la fine… eppure vorrei restare… Gaber , con la sua Destra-Sinistra è semplicemente geniale, mentre loro giocano a carte io qui metto sottofondi per loro. Paolo Conte , lo trovo ora dopo tanti mesi e ascolto la canzone che mi aveva consigliato, Gioco d’azzardo … “Certe parole sembrano pianto, sono salate, sanno di mare” E ancora… “Però tra noi si trattava d’amore”… banalmente…
(...dalla Calabria) La seggiolina di “non” vimini che parlava al pittore: “La prospettiva!” E poi… “Peccato, avrei voluto creare un rapporto d’interazione con lui…” E il pittore che se ne andava…
17/03/05    (01,29)    (...dalla Calabria) Una meraviglia di poesia mi ha mandato. Io qui, le stelle accese, volta la carta e rum in bicchierini dorati e le fiabe di Herman Hesse sui pittori. Ti svelo un segreto… è notte e fra qualche ora diviene mattina… Ma forse io ero una di quelle bambine che avevano appena imparato ad allacciarsi le scarpe…
16/03/05   (21,39)   (...dalla Calabria) …e ad un certo punto entrò un omino senza bussare alla porta e mi disse sorridente:   “Ho un regalo per te!” …sai, c’era una bustina e dentro un biglietto dolcedolce e un oggetto che ora porto al collo e che mi parla d’amicizia e d’affetto. Penso tanto a quella ragazza col sorriso sulle labbra.
15/03/05   (...dalla Calabria) Mi hanno chiesto che libri avrei portato ma ho pensato solo alla musica, è più il bisogno dell’eleventuale isolamento che di distrazione.
“Nel parlare quando vicino mi parli” Nota somiglianze, lui, che renderebbero fiera chiunque. Ma mi vengono in mente animali che cambiano colore e diventano invisibili per. “Che  cosa ci fai nascosta qui sotto?” Mi nascondo dai pensieri. Sotto al cuscino giurando che, si, ho gli occhi belli di felicità, ma il verde, come il poeta, è un fingitore.
I bambini sono poesia, per questo si avvicinano, per questo sorridono, per questo piangono. Incontrano la poesia in ogni angolo. La poesia di vivere. Lo sforzo del non fare. E quella canzone, "Sembrava scritta da te", ha detto.
“Nient’altro che amori, polpa scoperchiata da un coltello che scortica, sbuccia e sotto il frutto è bianco”. “Solo per dirti di no non avrei fatto la strada ma c’era dell’altro lo so che lo sai C’era dell’altro tra noi Dire che cosa non so se un bacio, un cane o una rosa …” Solo per dirti di no – Gianmaria Testa
“Mi porto addosso di te Soltanto il meglio di te la faccia più incerta che fai le cose che non mi dirai e casomai mi dimentico già di chiederti come si sta dentro una foto d’estate che ho tu che mi guardi io che guardarti davvero non so” Il meglio di te – Gianmaria Testa
L’indiscrezione la lasciamo all’alcol. Che in sobrietà è forse la persona che più rispetta (capisce) i miei silenzi. Che importa se nel vino starparla!
La sera, borsa di ghiaccio bianco il silenzio tra noi Ogiwara Seisensui (1884-1976)
Minuscolo, un fazzoletto di giardino: malata, vi cade, immensa, una foglia Tomiyasu Fusei (1885-1979)  
Nel silenzio richiesto, e in silenzio costretta a non pronunciare parole, come bambina del “me lo ero già detto” o del “tanto lo sapevo già”, senza fare il nome, perché omertà di sentimenti rattrappiti ed il tutto racchiuso in un bracciale di legno che non trasmette più sensazioni che dà onde affette da rancore e che non era mai stato quello il suo compito. Sterile messaggio al cellulare, sterile per contro di quel che era, delle sere ripetutamente uguali senza andare da nessuna parte che non sia con noi. Estate. Ti ho trovato. Un bacio e l’errore è una parola così lontana. E lontana io, che a forza di errori autogiudico e non posso pensare all’uno e all’altro e il pagellino settimanale, giornaliero, si nutre di quegli errori e mi rende così bassa, per una cosa che era così alta. Oh, scrivi cose così strane, oh, scrivo cose che non arrivano a chi dovrebbe, a chi di parole era stanco, di gesti striminziti e avvizziti e di fiori di plastica nelle tasche e di pistacchi e di bott
La penso in viaggio, mentre io avrei dovuto in volo toccare la neve dove lei ha meraviglia di primizie adrenaliniche di passi scaldati dai cuori, malinconica e iperattiva e salterina. Un libro a scelta e dentro il mio segnalibro, con triplice luna nascosta e lei che non sa, che guarda le stelle, un regalo che si svela solo se aperto dal tempo, solo se in controluce per caso e in vena di curiosità, l’adorazione, la morbidezza, il “vorrei che fossi qui”, il “non vengo mai a mani vuote”, il “capisci quello che cerco di dire”, il “si lo so sono contorta”, contorta e meravigliosa… la neve che vede per lei che non ha mai visto la neve, le esperienze che vive, il modo in cui riesce ad essere comunque vicina anche se lontanissima…
Ecco la mia nuova scoperta. Io che mi allontano da una dipendenza per cercare di attaccarmi a nuove dipendenze. E le cerco, le penso, le invento. Che senza nonsostare.
Io sono un ghiro di merda che non mi sono svegliata in tempo. Andrea però… 110 e lode! Cioè, voglio dire… Sono realmente commossa ed entusiasta e fiera! “Non avessi sperato in te E ne fatto che non sei un poeta di solo amore Tu che continui a dirmi che verrai domani E non capisci che per me il domani è già passato” (Alda Merini) 03-03-05     (11,30) M’hai seguito T’ho seguito Sulle tracce del poeta morto per aver troppo violentemente baciato un fiore Era estate e il potere si sa è in mano ai fiori. Ora ti chiedo di seguirmi dove i fiori in serra sono impazziti Una serra di ferro di sbarre e di luce dove l’unico fiore che si è spinto oltre è bruciato. Tra le vie che l’hanno abbracciato riconoscerò le unghie che l’hanno ferito. A morte. Passeggeremo salutando chi ha spezzato un fiore che d’inverno sarebbe caduto: Da Maglie a Parigi. (Andrea Liberati)
(Vinicio Capossela - Modì) Che poi del blu se ne fa un uso furbo e tutti a fare oooh solo perché invece di essere di carne è fatta d’acqueprofonde poi il resto passa in secondo piano… che schifo. Foto sott’acqua dovrei fare. E comunque, è andata bene, è andata bene, il presame è stato tranquillissimo, terra, terra, il professore ha amato la terra, ha detto "E poi quelli sono i tuoi colori!" Che bello! Tanta ansia imbagagliata e... che bello!  E io oggi mi sento così bene… così contenta… perché ho vissuto la mia giornata pienamente ed è stata così gioiosa nella sua semplicità…! Cate, in tutta la sua dolcezza riflessa in minima parte dagli oggetti... Mauri, e tutto l'amore che porta con sè, sorprese svelate, ma si, ma si! Bellissime ore. Oz e Ra , ho montato la lampada, devo ancora trovarle una sistemazione, ma ha tutto il vostro splendore! Tom, ho fatto saprire la "T" del biglietto di cioccolata... certo, il biglietto lo smangiucchierò ma il rico