© cluricaun - 2003 - Fata Linfa
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Mi dispiace per come ho voluto crederti, per come ho desiderato che fosse vero e per come sono rimasta solo io a fare bolle di sapone.

Certe cose non si possono mai sapere prima, neppure l’acqua non lascia tracce e anche lei in certi casi non smette di scorrere.

“Scusa, pensavo fosse più caldo qui e che ci fosse più aria tra noi”

Invento le battute e mi scrivo il copione perché parole non sono più arrivate, solo quelle destinate all’altra me, no che non me ne vado ma permettimi di ingarbugliarmi come e quando credo.

Poi tornavo e avevo perso certe cose e ne avevo acquistate altre ed altre mi erano state regalate, un bagaglio niente male ma piuttosto pesante, così mi preparavo all’appuntamento che certi treni so già perderli e sfoltivo i rami che mi erano cresciuti sui capelli mentre aspettavo e vedevo gli altri passare, un bacio, qualsiasi bacio ti porta qualcosa della persona che lo dà, aspettavo solo ditali, come Peter Pan, il bacio più puro.

Così avevo questa sacca grandegrande e lo zainoguscio era stato posizionato davanti perché la sacca mi occupava troppo peso sulla schiena e il cappelloportamerende non aveva più merende ma ci conservavo i guanti e lo tenevo sulla testa, il collare giallo era legato al passante dei pantaloni verdi perché lo tenevo in vista per farlo tornare… così, aspettavo.

Quando è arrivato all’inizio si è messo a ridere per come ero conciata, io ho sorriso e sono arrosita ma in fondo ero mortificata, credevo di avere con me il meglio, poi ho pensato anche che in fondo lo avevo, che mi ero portata dietro lui nel cuore in quel tempo e che non sapeva quanto fosse stato pesante in certi momenti…

Ha riso finchè non si è reso conto che ero davvero così, dentro e fuori, così ha tirato fuori quella cosa dello “scusa” che non ricordo esattamente come suonava ma sapeva più o meno di desiderio mancato.

Non avevo neppure la forza di mettere la mano fuori dal finestrino per fare le bolle di sapone, d’altra parte non avevo una macchina, per cui quella cosa dello specchietto retrovisore l’avevo inventata, ma ho svuotato la sacca e ricominciato dal principio sapendo che avrei dovuto impiegare chilometri e molti sforzi prima di rivedermi quel sorriso negli occhi simile a come era prima.

Commenti

  1. Spegni quel sorriso che hai sulle labbra! Stupidità o semplice vaga sensazione che non è sufficientemente importante... superficialità... magari egoismo, menfreghismo... pienezza di sè... lascia che faccia i suoi passi e che scivoli sul ghiaccio che ha creato attorno a te... lascia che cada...

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  2. bella che sei. e che sai.

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  3. l'altro gg ti ho dedicato 1 palla di neve ;)

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  4. nel frattempo continua a soffiare. controvento.

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