Penso di avergli sempre chiesto di portarmi dove non ero,

dove potevo essere l’eccesso senza freni e senza giudizi,

come un rave in un bosco salentino, entrare col buio andare col giorno per mano.

Portarmi sotto le casse, portarmi tra sfascioni di sostanze sconosciute solo a me, portarmi nell’”amo tutti”.

(senza data, questo è perché continuo a legarmi al passato, questo è perché mi piace un sacco lamentarmi di quanto so stata male di quanto so stata scema di quanto… ah che palle! Ma questo è anche perché scrivere del passato mi permette di chiudere meglio i capitoli, come ribadire The End)

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