Vecchie date trascritte


06/08/08


“Tu baci in punta dei piedi”, in pochi la guardavano così bene dietro agli occhi. Nessuno forse.


 


11/08/08


Poi mi bastavano due giorni insieme per pensare che avevo ragione e anche che non sapevo quello che dicevo!


Tipico esempio di coerenza femminile!
Ora sto bene.


Voglio ripartire.


 


12/08/08


Nuoooh! Da domani sarò sola col mio cane come l’ultima delle sardine rimaste nella scatoletta!


Per fortuna per Ferragosto c’è Fede, ci salviamo dalle sardine in solitudine!


Che disdetta, persino i negozi son chiusi!


 


19/08/08


Sei tu che mi hai insegnato a credere nei nostri progetti ed ora dici che non dobbiamo fare progetti.


Ora che non so più amarti senza quei progetti.


Ho smesso di fare l’eroe e voglio un tuo atto eroico.
Voglio che smetti di stare a guardare mentre scivolo via da te.


 


…però ho delle nuove penne colorate!


 


Cancello anche gli ultimi slanci, che sono nient’altro che desiderio di tornare a stelle fisse, nulla a che vedere coi duellanti d’adesso, gli slanci di ieri sono la rabbia di oggi e forse vorrei solo una dichiarazione d’amore.


 


29/08/08


Chissà se si ricorderà un giorno delle mie lettere, se le rileggerà con tenerezza o con rancore.


 


30/08/08


Sento una voce ubriaca che mi saluta con sufficienza e un vociare d’altri in sottofondo.


Chiudo la chiamata, non potrei avere nulla da recriminare.


Sono le 3 di notte, l’ho fatto talmente tante volte io… che dire se non “Buonanotte”?


Mi dipingo le unghie con il colore dei laghi e vado a dormire con una paura nascosta.


Ho mal di pancia.



02/09/08

Da ricordare: “Ognuno ha quel che si merita”.

Che si tratti di lavoro, di amico, di compagno, non importa.

Parlo di ciò che uno ha, non so se valga anche per ciò che uno NON ha.

 

La nota di questi giorni che prevale è che chi si fa gli affari propri campa cent’anni.

Ricorre in tutte le relazioni, credo che non ricorra nel lavoro solo perché ricomincio a lavorare quando riaprono le scuole.

In tutte le salse: il mio lavoro su me stessa, il mio bioritmo non lo riguarda, il mio essere pronta o meno non lo riguarda eppure lo fa star male e il suo star male è affar suo, se guido o meno son cavoli miei, se esco o meno riguarda solo me, se son felice o meno è solo affar mio.

Non è un discorso cinico, è assolutamente vero, rivaluto l’idea di egoismo e di altruismo, o meglio, la raffino, perché ci avevo già lavorato tempo addietro.

Sto leggendo “Viaggo a Ixtland” di Carlos Castaneda.

Quando lo stregone gli dice che qualcuno deve cambiare e quel qualcuno è certamente l’autore, parla del cancellare la propria storia personale, in qualche modo mi ci ritrovo, mi piacerebbe, con l’Ireca c’è la pulizia della memoria, la ricollego agli indiani.

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