(16,12)
Il tizio qualsiasi mi reclamava come si fa dal panettiere in fila.
Me, da mangiare e annusare e tenere tra le mani per raccogliere e impreziosire resti.
LQP
16-07-10 (18 e qualcosa, Villa Gordiani, Io & Schiele) (Sulla setta) Pensavo a Loredana, al “Pronto, puoi aiutarmi?” e al “…non importa aspetterò mercoledì…impazzirò da sola!” e alle lacrime negli occhi, al credere di poter, realmente, impazzire, al di là dei modi di dire. Ci sono dei meccanismi psicologici che un Maestro dovrebbe poter prevedere, non ci vuole molto… una volta che ti sei “messa nelle mani” di un Maestro, perché così ti è stato insegnato, ad affidarti completamente, a fare ciò che lui ti suggerisce, ti accenna, ti induce a fare direttamente, lui sa perfettamente – perché è il tuo Maestro – che tu farai o che tu non farai ciò che lui ti dirà di fare, sempre nel nome di una libertà individuale e di un rapporto personale con il Maestro e del segreto che va mantenuto in quella stanza. La libertà di cui ampiamente si parla, dov’è? Nella scelta – libera – di farsi manipolare? Nella dipendenza psicologica? O nel potersene andare? Allora, grazie Alfre...
...Manicomio Bunker...
RispondiEliminail piacere di essere emarginati
...non è tutto oro ciò che luccica...
Che commento si può lasciare in un un quaderno già così compiuto, fatto di tanti cristalli di brina?
RispondiEliminasi può anche non rispondere.
RispondiEliminaCiao :D
RispondiEliminaE' bello tornare su questo blog...anche se graficamente è completamente cambiato, mi sento a casa :-)
RispondiEliminaSentirsi reclamati in quel modo fa tutt'altro che piacere. Un saluto di passaggio *
RispondiEliminaun saluto, ora che sò che posso scrivere con più convinzione.
RispondiEliminaNon e' poi cosi' male.
RispondiEliminaPer molti, potrebbe rappresentare l'ambizione di una vita.
Conosco "gente" cosi'.