"Oh, fatalità! Oh, la natura! Gli uomini sulla terra sono soli, ecco la sventura!
"Vi è uomo che vive in questa pianura?", grida il prode russo delle nostre leggende.
Anch'io grido, e non sono un prode, e nessuno risponde.
Si dice che il sole riaccenda l'universo.
Il sole si alzerà e, guardatela, non è lei un cadavere?
Tutto è morto e vi sono cadaveri dappertutto.
Nient'altro che uomini, attorno a lei, e silenzio: ecco la terra!
"Uomini, amatevi l'un l'altro", chi l'ha detto?, chi ci ha lasciato in testamento queste parole? L'orologio a pendolo che batte, insensibile, odioso. La notte. Le due di notte.
Le sue scarpine, lì, davanti al suo letto; si direbbe che l'aspettano...
No, seriamente, quando la porteranno via, domani, cosa sarà di me?"
(Da La Mite - Dostoevskij)
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