Immobile dove IO dormo. IO.
Ho detto “Vai” e ha chiuso gli occhi dove io.
Conto all’arrovescia e non mi importa, vuoi proprio essere scoperto?
Come se non riguardasse me, come se non fossero ferite che dovrò leccare io, sola.
Mi giro dall’altra parte per evitare domande, per evitarmi risposte, per evitarmi pensieri, dove ho affogato varie notti in chiamate senza risposta o evitate con cura per rispetto, mio, suo, che importa…?
LQP
16-07-10 (18 e qualcosa, Villa Gordiani, Io & Schiele) (Sulla setta) Pensavo a Loredana, al “Pronto, puoi aiutarmi?” e al “…non importa aspetterò mercoledì…impazzirò da sola!” e alle lacrime negli occhi, al credere di poter, realmente, impazzire, al di là dei modi di dire. Ci sono dei meccanismi psicologici che un Maestro dovrebbe poter prevedere, non ci vuole molto… una volta che ti sei “messa nelle mani” di un Maestro, perché così ti è stato insegnato, ad affidarti completamente, a fare ciò che lui ti suggerisce, ti accenna, ti induce a fare direttamente, lui sa perfettamente – perché è il tuo Maestro – che tu farai o che tu non farai ciò che lui ti dirà di fare, sempre nel nome di una libertà individuale e di un rapporto personale con il Maestro e del segreto che va mantenuto in quella stanza. La libertà di cui ampiamente si parla, dov’è? Nella scelta – libera – di farsi manipolare? Nella dipendenza psicologica? O nel potersene andare? Allora, grazie Alfre...
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