(Vinicio Capossela – L’Accolita Dei Rancorosi)
Il punto è questo, dicevo di aver bisogno di regole, ed era un giorno passato, un mese passato, un anno passato e quello di cui hai bisogno ieri non è lo stesso di cui hai bisogno oggi o domani e non potrai mai saperlo.
Io al “Mi hai insegnato, grazie e addio” ci ho pensato spesso, perché tale è l’onestà ma poca è la voglia di capire che non c’entra l’orgoglio, ma c’è qualcosa che renderebbe l’addio artificiale, poi le lacrime che sono così naturali nel cadere, poi i pensieri di notte di mattina col telefono sempre in mano fino al risveglio rendono tutto troppo non meritato e innaturale.
è artificiale il suono che fa un ubriaco quando cade, artificiali le sue mani, artificiose le sue parole, artificiale il mio rientro a casa, artificiale il suo piombare fra quattro pareti, artificiale la mia resa agli angoli, naturale l’irrequietezza, ingiusto l’assorbire così tanta negatività, artificiale l’urlo ed anche il pianto.
Il punto è questo, dicevo di aver bisogno di regole, ed era un giorno passato, un mese passato, un anno passato e quello di cui hai bisogno ieri non è lo stesso di cui hai bisogno oggi o domani e non potrai mai saperlo.
Io al “Mi hai insegnato, grazie e addio” ci ho pensato spesso, perché tale è l’onestà ma poca è la voglia di capire che non c’entra l’orgoglio, ma c’è qualcosa che renderebbe l’addio artificiale, poi le lacrime che sono così naturali nel cadere, poi i pensieri di notte di mattina col telefono sempre in mano fino al risveglio rendono tutto troppo non meritato e innaturale.
è artificiale il suono che fa un ubriaco quando cade, artificiali le sue mani, artificiose le sue parole, artificiale il mio rientro a casa, artificiale il suo piombare fra quattro pareti, artificiale la mia resa agli angoli, naturale l’irrequietezza, ingiusto l’assorbire così tanta negatività, artificiale l’urlo ed anche il pianto.
Dove sono le ciliegie dell’estate?
Dovrei tenere un taccuino con appunti di pittura separati da tutta questa rimanenza di parole.
Aspetto e temo il maggio, lo aspetto per poter incontrare nuovamente le anime affini del sentire con il cuore e lo temo perché non aspetto proprio con impazienza la nuova sessione di esami, la prova con me stessa che quest’anno è più nuova degli anni precedenti con lui lontano, mia guida e dizionario e sussidiario insieme, come se dovessi rimboccarmi le maniche senza nessuno a dire se è meglio così o cosà o nessuno che si interessi che ti dia stimoli che dica che tutto è bellissimo.
Ultimamente sono avida di virgole, dicevo che il punto era quello ma ho tergiversato anche sui punti.
si...solo cosi si capisce/impara a sentire che le cose vanno fatte prima di tutto per noi, nel senso dello spirito nn del materiale...l' ho provata anchio quella "spiazzante/dolorosa" sensazione...
RispondiEliminaCesko...!