Troppo spesso il lavoro è per chi è pronto a non pensare, ecco perché il poeta e colei che capisce cos’è la lettera emme non lavorano, si nutrono di emozioni e di pensieri e di costruzioni interessanti, altro che orari e preoccupazioni lavorative in cui ti fanno pesare il fatto che gli sei utile e vogliono anche fartelo credere, ma se te ne vai ci sarà semplicemente un altro volenteroso di non pensare che ti sostituirà.
Sto pensando a situazioni ben precise, non sto facendo di tutta l’erba un fascio, quindi se ti senti preso in causa o dovresti pensare a come vivi o hai la coda di paglia.
boh... pensavo al fatto che, nelle mie interazioni sociali il resto del mondo deve necessariamente adattarsi ai miei tempi...
RispondiElimina...e cavolo se si adatta... inizio a preoccuparmene...
...hello image...?
RispondiEliminaNon è il desiderio di tenersi per se' il tempo da sprecare, amabilmente con lo sguardo vitreo di chi ficca la testa nel nulla denso e appiccicoso, ma il desiderio di avere ancora un po' di tempo per carezzare le nuvole più basse, o le ombre più lunghe e nere. Succede invece che l'impressione sia quella di dover sottrarre qualcosa a chi ti ha derubato poco prima, le mani avide sorprese nelle tue tasche.
Se non sei pronto ti sistemano LORO, ti mettono in fronte un sigillo rosso -RESPONSABILITA'- e ti piegano la schiena su qualcosa di grigio e sinuoso che si nutre solitamente dei tuoi pensieri.
Se potessi, difenderei ogni mio silenzio dal rumore del tempo che svanisce.
Ne sanno qualcosa anche alcuni acrobati ;-)