Troppo spesso il lavoro è per chi è pronto a non pensare, ecco perché il poeta e colei che capisce cos’è la lettera emme non lavorano, si nutrono di emozioni e di pensieri e di costruzioni interessanti, altro che orari e preoccupazioni lavorative in cui ti fanno pesare il fatto che gli sei utile e vogliono anche fartelo credere, ma se te ne vai ci sarà semplicemente un altro volenteroso di non pensare che ti sostituirà.

Sto pensando a situazioni ben precise, non sto facendo di tutta l’erba un fascio, quindi se ti senti preso in causa o dovresti pensare a come vivi o hai la coda di paglia.

Commenti

  1. boh... pensavo al fatto che, nelle mie interazioni sociali il resto del mondo deve necessariamente adattarsi ai miei tempi...


    ...e cavolo se si adatta... inizio a preoccuparmene...

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  2. ...hello image...?

    Non è il desiderio di tenersi per se' il tempo da sprecare, amabilmente con lo sguardo vitreo di chi ficca la testa nel nulla denso e appiccicoso, ma il desiderio di avere ancora un po' di tempo per carezzare le nuvole più basse, o le ombre più lunghe e nere. Succede invece che l'impressione sia quella di dover sottrarre qualcosa a chi ti ha derubato poco prima, le mani avide sorprese nelle tue tasche.

    Se non sei pronto ti sistemano LORO, ti mettono in fronte un sigillo rosso -RESPONSABILITA'- e ti piegano la schiena su qualcosa di grigio e sinuoso che si nutre solitamente dei tuoi pensieri.

    Se potessi, difenderei ogni mio silenzio dal rumore del tempo che svanisce.


    Ne sanno qualcosa anche alcuni acrobati ;-)

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