Della notte prima sulla panchina, tre frazioni prima del colpo al cuore e sei ore prima del sogno che li ha raccolti tutti assieme macabramente e surrealmente, io sempre quella del non consideratemi ma ascoltatemi, io quella dei vermi e del sole, loro nei rispettivi e tuttavia esatti ruoli, un sogno più chiaro di così non ricordo quand’è l’ultima volta che l’ho fatto, così vero da spiazzarmi…

Ma dicevo, prima del sogno, lui non protagonista e neanche comparsa:

“Che eri strana lo sapevo, ma non fino a questo punto!”

Sguardo basso, ginocchia al petto e lacrime affacciarsi…

“Io invece lo sapevo…”


Poi giustificava dicendo che non sa i miei precedenti… e che spera che io parli, anzi, che io mi "apra col tempo”…
Col tempo… e penso a quanto tempo ancora!


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