(Rachel’s – Egon e Gertie)

Ho visto il film che mi ero fatta prestare. Crudo.

Tre e mezza del mattino e camminavo per strada, devo fargli uno squillo quando rientro, perché devo fargli uno squillo?

Che può succedere?

Che ho fatto?

Respirato intensamente e non era aria che mi apparteneva.

Ho cacciato il pensiero e sentito forte come stavo ed il freddo a quell’ora mi toglieva il respiro tagliando i tratti freddi che aveva scaldato per me poche ore prima.

Mentre cammino, l’immagine di me immagino, sono alle solite.

Un giorno di iperattività ed ora due o tre in me.

“Non dormirò per le prossime tre ore”.

E avevo capito, così sono andata, avevo sperato di no, sapevo di si, avevo voglia di tutto nella mia autodistrazione e l’ho detto che non so dov’è il controllo, così… che peccato… ecco un’altra occasione per crescere a cui ho detto di no, mi sono pure impegnata nel non nascondermi, e guarda come sono brava, guarda che non ho paura, guarda che faccio le cose dei grandi, guarda come sono distratta, guarda come sono in ritardo, guarda come cambio idea, guarda come chiedo aiuto, guarda come mi sfuggo stanotte, guarda come vengo a trovarti, guarda se ti somiglio, guarda come ti ho scelto, guarda che siamo noi, guarda se siamo noi.

E noi eravamo, io forse ero un po’ meno, lui mi sembrava essere, essere intensamente, meravigliosamente perso, irrimediabilmente al buio.

E poi una supplica, tolgo via tutto, troviamoci un posto caldo, ho preparato una sorpresa, sono un essere curioso, non posso fare troppo tardi, avevo un senso di colpa qua da qualche parte, perso anche lui. Anche.

Oggi il mio letargo, ho le mani congelate, ieri che mi mancava l’aria respiravo veloce e mi perdevo sui chiaroscuri, oggi luce fissa devo disegnare, lei è dal parrucchiere e io non so che farmene del tempo.

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