(questa roba l’ho trovata in giro, senza data, lasciata a sé, dovrebbe risalire al 2004, la lascio qui per non perderla anche se non mi ritrovo più, mi vedo appena negli errori e nei riflessi)
L'emotività come colpa
Ed io che credevo fosse la classica accusa "Sei troppo sensibile"
Così come "Ti voglio troppo bene"
Oh, si, replichiamo anni addietro storie che lasciarono il segno
E ne ha tutta l'aria.
In tutto quello che respiro.
Credevo fosse un "ho paura di poterti far male"
Ed ero già sulla difensiva
Ed invece stavolta è una paura, tua, non una colpa.
Amo ciò che temo
Posso volare via al primo soffio di brezza
Tienimi ora così come mi vuoi
E mi fai intimidire dalle tue paure.
E ti fai intimidire da me che vorresti accanto a te.
E mi fai innamorare delle nostre differenze
Mi fanno persino tenerezza queste paure
Perchè ne ho viste alcune sgretolarsi di fronte all'amore
E pensi sia colpa mia se ti sei innamorato, anzi, se ti ho fatto innamorare, come dici tu.
(questa era la persona più diversa da me che ho avuto accanto, mi ricordo certe sensazioni…)
La strada era giusta, dovevo imparare a parlare da sola!
Può sembrare da pazzi, ma è quello che devo fare. Ad alta voce e in maniera razionale, come se stessi parlando con qualcun altro. Parlare a "me", parlargli con il cuore. C'era una canzone, non ricordo quale, che diceva pressapoco che c'era un altro "me" prima e... non la ricordo più! Il rischio è quello di rasentare la schizofrenia, ma il vantaggio è quello di capirsi! Mica roba da poco!
Ah, i biscotti sono venuti un pò bruciacchiati ma mi diverte dargli la forma di falce di luna con il bicchiere della nutella, in compenso l'omogeneizzato alla mela è buonissimo e ricco di vitamina c. Sono anche privi di glutine! oh!
(ero scema, non c'è dubbio! E mi faccio sempre tanto ridere quando sono così sconclusionata!)
è buffo leggere in un "ciao" un "chissà come sta oggi..."
è buffo leggere che lo stesso gioco avviene da questa parte in maniera spontanea.
E così ho letto di nuovo nel tuo "ciao"
E così potrei essermi sbagliata ancora.
(non mi ricordo assolutamente a cosa mi stessi riferendo, uno sclero personale, ero allegra pare...)
E poi di nuovo voi, voci, sguardi.
Scrutata, seguita per due o tre e non di più passi.
è da un pò di giorni che ci provo.
(altro senso d’impotenza, una donna senza palle come si suol dire... e il resto lo copierò poi, tanto per non perderlo nei meandri della stanza)
Rileggere se stessi a volte fa sorridere, altre fa pensare, altre esclamare: per fortuna il tempo non si dimentica mai di passare!
RispondiEliminaUn bacio*
"SCRIVERE LIBERO 100" 6 edizione. passi in bicicletta? ;-) *
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