Del perdere il filo.

Oltre alle parole ho perduto il senso del discorso

Inteso come fluire di parole mentre studio espressioni e recepisco

Neonata d’intenzioni: voglio il ciuccio, voglio il latte, voglio la mamma.

Ho perso il senso comune delle parole

In vortici di poesia astratta rarefatte sillabe d’inchiostro

Nascono approcci che non gradisco più

Astrazione del segno. Era. Con un suo senso pratico da spiegare

Gli esami a Giugno mi aiutavano a defluire razionalizzare entusiasmare verificare il senso di eidetico-empirico e potevo partire facendo la conta ai sensi di colpa e l’ultima ad uscire ero sempre io, così come la prima a partire.

Trovo meraviglia nella febbre intensa di un solo giorno che è arrivata in una sola ora notturna, poi al mattino via:

ultima lezione del corso di autodifesa con esamino e vittoria,

cena con quelli del corso e discorsi sulla percezione di sé e il conoscere uno con il quale hai sempre fatto esercizi per spezzare le braccia e rivelarsi con la violenza delicata di cui sono capace vomitando alle orecchie cose che gli occhi non immaginano e la mente s’incespica sui punti interrogativi ma non ho mai risposte quindi domande non farne che ti eviti il nonsense

poi via a Firenze notturna ed incontro le persone che ho nel cuore come rarità di boccioli di pruno quelli che dicevo dal principio che non si sarebbero mai staccati,

notte all’aperto freddo gelo nel sacco a pelo mi muovo piano che non ti sveglio, respiro i tuoi movimenti delicati e guardo quanto viso sporge dal tuo sacco a pelo ed ecco che vivrei anche solo guardando e stando,

mi avvicino e mi allontano e guardo e cerco e scopro e penso

penso che di tanti pensieri i nostri sono i più forti perché i più puri e intenzionalmente buoni e immagino di visualizzare tanta energia in termini di colori e credo che potremo solo far del bene al mondo stando anche solo altri tre giorni insieme, una volta all’anno mi rende forse più attenta ma anche più desiderosa che arrivi settembre o un altro mese estivo

poi di nuovo via ed io mi ritrovo a Milano ed io ti ritrovo a Milano non avendoti visto mai e ti incontro nelle note che ho assorbito, così cerco quella stessa luce e ci provo ma ora ricordo che l’Angelo deve ancora insegnarmi a “sentirti” in stazione, adotto mezzi semplici e tu adotti me per qualche ora, grazie.

Rapidità nel divenire domani altre ventiquattro ore che non si fermano, al volo sette anni e vi rivedo e vi ricordo e rido perché siete cresciuti, più grandi e maturi e anche qui penso alla percezione di me in voi del chissà come ero nei vostri occhi e chissà come ora,

poi incontro col presente in stazione, ritorno forzato al programmare al guardare orari senza aspettative e ritorno a Roma, schiacciata sul sedile evasiva di parole, perché ho perso il filo di tutti i discorsi fatti perché le emozioni sopraffaggono il senso delle cose.

Ci sei, sei qui, io qui, il vetro, la carrozza, il treno, sbagliato, il rientro, il disinteresse, perché ho visto altro, perché mi nutro d’altro, perché questo “altro” vive di persone emotive, di occasioni, di conoscenze superficiali e non, che io preferisco il “non” anche se di pochi attimi, preferisco i pochi attimi e i lunghi viaggi dove l’unica aspettativa che hai è arrivare, ma quella è la partenza, che dei rientri non ho avuto fame.

 

 “…io, poca logica, solo emozioni, questo è quanto e così sia, così è la vita, questa è la mia,

Io vorrei un po’ d’acqua fresca,  un po’ di sole sulla testa, centomila baci almeno quando è la mia festa,

Non è niente di speciale ma ti chiedo appuntamento, vieni al ponte degli amanti che ti dico cosa sento:

Non verresti a sopravvivere con me in un posto bellissimo se c’è?

Poi la vita è quello che ti accade mentre progettavi il tuo futuro

Questa frase così bella e giuro che difatti non è mia, è di Jhon Lennon, ma io prometto:

Acqua fresca nel bicchiere, le mie mani sul tuo sedere, centomila baci almeno quando è la tua festa,

Non è niente di speciale ma ti chiedo appuntamento vieni al ponte degli amanti che ti dico cosa ho in mente

Non verresti a sopravvivere con me in un posto bellissimo se c’è?”

(Luca Gemma – Verresti a sopravvivere con me?)

Commenti

  1. Certe volte mi capita di sentirmi un essere piccolissimo e insignificante di fronte a tanta poesia e tanta bontà d'animo...complimenti...

    RispondiElimina
  2. Ah dimenticavo...sto ascoltaldo i Sigur Ròs...grazie anche di questo...sei magica come tutto il tuo mondo...

    RispondiElimina
  3. ma nun avevi pagato er biietto?

    RispondiElimina
  4. andrè, t'ho bloccato i commenti, così ti impari a lasciare insulti e cazzate. parer mio, x carità!

    torna quando sei migliorato...

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

LQP

...