(L’arrivo su Marte – La Camera Migliore)
“Tornerò da Marte e ti porterò stivali di piombo, scintille lucenti, strabilianti, cavalcherò stelle e galassie.
C’erano bambini e c’erano leoni che giocavano senza sosta, c’erano giganti con stelle filanti a cavallo di un bue”
Dicevo: “lo sto facendo ancora…” e aggiungevo il nome, come per dovermi ricordare a chi.
Nel frattempo ho trovato questo: “autocommento: se metti le mani sulle orecchie e ti chiudi al freddo puoi sparire su qualsiasi panchina ma poi i rumori si sentono comunque.” Di un’ingenuità patetica.
Poi qualche ricordo sparso di Venezia, da un po’ di giorni mi torna in mente il video di Natalija Vujosevic, musica di Marco Radisic, padiglione Serbia, “Nel caso non ti dovessi più incontrare”, una serie di immagini velocissime su due schermi, mentre le guardavo mi passava davanti tutta la loro storia, tutte le loro immagini, oggi invece mi è venuto in mente che potevano anche essere immagini della sua vita, cose che avrebbe voluto raccontare, più che il ricordo c’era l’incompiuto, il rimpianto… forse anche qui ci vedo ciò che voglio vederci, tutte le cose che avrei voluto dire e tutte quelle che pensavo ci fosse tempo per fare.
Altro video, Portrait Oblique di Ingrid Wildi, una frase sul mio taccuino: “Hai più o meno tempo degli altri?”.
Parlava della sua depressione quell’uomo e quella frase, avrei voluto rispondere io, ogni volta che dico che vado a dormire sempre più tardi e che mi sveglio quando gli altri rientrano dalla pausa pranzo, poi se mi sono arrabbiata su quella frase ci sarà un motivo…
È solo che mi viene sonno dopo di loro, “Bella la vita dello studente, beata te!”
Ma io non mi sento studente e tanto meno beata!
Oggi ho più tempo degli altri ma non è così tutti i giorni, quando è notte e si avvicina il mattino cerco di resistere, di non dormire, perché so che se resto sveglia potrò vivere ad orari socialmente utili, quegli orari in cui il tempo mi sfugge me li perdo lungo la via.
Alle sei di questa mattina avevo le mani nei capelli e cercavo di chiudere fuori suoni, luci e contatti, ho guardato l'orologio che mancavano tre minuti per far passare un'intera ora... quando sono riuscita di nuovo a respirare oniricamente ha suonato la sua sveglia poi sono ricrollata per qualche istante che è durato un'ora e mezza e c'era il cappuccino con la schiuma e c'era il cornetto al cioccolato e sentivo che avrei dovuto tirare su le serrande e far smettere alla luce di disegnare i suoi contorni sui muri, dovevo fare entrare aria fredda in quella stanza, poi ho cambiato lato del letto ed ho fatto due carezze al suo cane, il mio ventiquattrore prima ululava ed io cercavo di farlo rilassare e avevo dormito appena due ore per poi rivendicarmele tutte... chissà se ha ululato anche stamattina, chissà se c'era qualcuno a sentirlo e a chiedersi il perchè.
Alle sei di questa mattina avevo le mani nei capelli e cercavo di chiudere fuori suoni, luci e contatti, ho guardato l'orologio che mancavano tre minuti per far passare un'intera ora... quando sono riuscita di nuovo a respirare oniricamente ha suonato la sua sveglia poi sono ricrollata per qualche istante che è durato un'ora e mezza e c'era il cappuccino con la schiuma e c'era il cornetto al cioccolato e sentivo che avrei dovuto tirare su le serrande e far smettere alla luce di disegnare i suoi contorni sui muri, dovevo fare entrare aria fredda in quella stanza, poi ho cambiato lato del letto ed ho fatto due carezze al suo cane, il mio ventiquattrore prima ululava ed io cercavo di farlo rilassare e avevo dormito appena due ore per poi rivendicarmele tutte... chissà se ha ululato anche stamattina, chissà se c'era qualcuno a sentirlo e a chiedersi il perchè.
Hai più o meno tempo degli altri?
Commenti
Posta un commento