Happysodi vacanzieri con tentativo mancato di ordine temporale

Quattro donzelle in gonnella in partenza per Rodi Garganico, tramutato presto in Roduta di Culo, visto che la spiaggia libera è un recinto con alghe e schifume vario abbandonato esattamente nel recinto, il campeggio è si economico ma è anche pieno di famiglie accampate da mesi e fornite di tutto, dal tappo per la bottiglia alla televisione… potrebbero sentire la mancanza di Maria De Filippi, chi lo sa!


 


Non facciamoci prendere dallo sconforto! Cartina alla mano, la birra è buona e costa due euro, iniziamo a ragionare meglio, abbozziamo uno spostamento sperando in qualcosa di meglio verso Peschici, ci suggeriscono le baie, ci suggeriscono le grotte.


 


La prima mattina sguscio fuori dalla tenda alle 6,30 ma non è il sole a svegliarmi… chissà che è, attraverso il viale, il bar è ancora chiuso, stanno pulendo i bagni ma puzzano già, attraverso la strada e mi siedo oltre il recinto della spiaggia libera che tanto non c’è ancora il bagnino a cacciarmi, dopo un po’ passano due omini a sistemare il loro carretto ambulante, riescono a farci stare più vestiti lì sopra che io nel mio armadio, ho ancora gli occhiali e dietro le lenti ci sono i miei occhi mezzi aperti, torno al campeggio e vago fino a quando apre il bar per fare colazione.


 


In fondo il campeggio costa poco, ne approfittiamo per usarlo come appoggio mentre corriamo verso il traghetto in partenza per le Isole Tremiti dove Federica si spalma come marmellata sul gommone, dove io mi addormento nell’unica striscia di ombra come animale in via d’estinzione che tenta di salvarsi… in realtà quei giorni mi addormentavo un po’ ovunque!


 


La sera andiamo Roduta dove c’è il festival jazz, in cui il nipote del sindaco suona con alcuni amici, noi nel mentre siamo impegnate a bere vino rosso de lu paese, 4 euro al litro, che Dio ci salvi, tarallucci e ancora vino, tra la fauna locale conosciamo il pirata, con tanto di pappagallo, cane e anni passati in galera in cui ha imparato a cucinare, lui è stato il primo ad invitarci ad una grigliata a casa sua… se avessimo accettato gli inviti a mangiar fuori probabilmente avremmo avuto ancora soldi per restare!


Al rientro ho guidato io, sobria come il cammello che sta al Bioparco di Roma.


 


La sera successiva ci troviamo a Peschici, ridente posticino con fiumi di turisti che scorrono lungo le vie, un cocktail analcolico per me, una rarità ma non ce la posso fa, una giovane coppia impietosita dai nostri discorsi ci suggerisce di fuggire in Salento, dove avremmo trovato gggente gggiovane e serate divertenti.


 


La mattina, si fa per dire, siamo di nuovo sulla Verdona che superati i 100 km orari inizia a sbandare e che in lievi salite va incoraggiata, una falena accarezza la nuca di Ele, Fede accosta anche se i testimoni testimoniano un’inchiodata, ecco che quattro papere schiamazzano e si tuffano fuori dagli sportelli, abbandonare la nave! Bestia sconosciuta ali-munita sul mezzo!!!


Essere pavide ha un suo perché!


 


Sette ore, sette, di viaggio da Puglia a Puglia, ovvero dal Gargano al Salento, le stesse che ci abbiamo messo per tornare a casa al ritorno… strani vuoti temporali!


Una prerogativa salentina sono le indicazioni stradali che appaiono e scompaiono nel momento esatto in cui sei incerto, deve essere una campagna per l’autostima, il senso d’orientamento e il coraggio del pueblo.


Campeggiamo dove ero stata due anni prima, almeno ho la certezza di un campeggio casinaro dove l’età media non è i 50.


 


La prima sera salentina ce la viviamo facendo amicizia con Giangi che ci porta il secondo cocktail quando non abbiamo ancora finito il primo, beviamo sguazzando in piscina dove eravamo solo noi, in perfetto stile Sex and the city.


 


Sole, sole, sole! Ila è il mio personal trainer per l’abbronzatura, se il mio naso sta facendo la muta posso dare la colpa a lei! Mi assicuro sempre che ci sia un lembo d’ombra per me ma alla fine mi abbandono allo stile lucertola anch’io!


 


Otranto per due sere, alla seconda concertino di pizzica al quale siamo arrivate tardi perché siam tarde dentro o perché c’è stato anche qui un salto temporale, eravamo a cena alle nove, nessuno si capacita di come sia potuto accadere d’essere arrivate al concerto che mancava poco alla mezzanotte. Danzar col vino buono è memorabile.


Compriamo due cd all’edicola per continuare le danze per conto nostro scoprendo però che son cd non ballabili.


Avendo parcheggiato la sera prima dove non si poteva, alla seconda sera siam state multate, nei pressi c’erano due lumache senza guscio che si mimetizzavano fingendosi cacche, forse anche loro erano in divieto di sosta.


Visto che i cd non invitano al ballo noi ci invitiamo in spiaggia ad ascoltar musica e a cercare un cavatappi, vuoto temporale e diventa l’alba! Andiamo a dormire senza neppure riuscire ad aspettare che la palletta infuocata finisca di salire su nel cielo.


 


Ormai vogliamo certezze, stessa spiaggia e ovviamente stesso mare, neppure una volta abbiamo pensato di andarci a cercare un’altra spiaggetta, perfetta la Baia dei Turchi, eccomi di nuovo alla guida, ecco che supero il trenino, ed ecco che invece di accostare allo Smallisch Bar per comprare un panzerotto lo supero e mi fermo in mezzo alla via chiedendo un cambio a Fede perché mi prende il panico! Credo sia per questo che al ritorno non ho più guidato!


 


Animali annoverati: il Pirata a Rodi, falena in macchina, il Rincoglionito, stercoraro in arrampicata sulla nostra tenda, uccello morto vicino alla nostra tenda, insetto-ciglia nel bagno del campeggio, gibboni vari impegnati nell’approccio e esemplari di sesso femminile dai culi perfetti e gli occhi truccati nella spiaggia libera vicina al campeggio, gibbone avvistato all’alba a cui dare buca senza pensarci due volte, insetto non identificato rosso e nero sul cruscotto della Verdona che ho arrotolato nella carta igienica e lanciato fuori dal finestrino, mosca che ha viaggiato con noi fino a Roma, ecc ecc… certamente ne dimentico qualcuno!

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