“L’Angelo e la Pazienza si accordano come si può”

Trastevere è la perdizione. Mi sono svegliata con un braccialetto in più e lui che mi chiede di spiegargli il mio messaggio… non ricordo d’aver scritto alcunché. Mi serve un etilometro che blocchi l’invio dei messaggi.


Mi chiama per dire cosa fa, dico cosa faccio e ci salutiamo, telefonata tipica, chiudo sempre con amarezza, il messaggio tra quelli inviati era solo un messaggio di rabbia e amore sconclusionato, un bel miscuglio per dire che sono arrabbiata con lui in fondo, nel mio profondo fondo.


La mia rabbia è solo perché non sono più importante d’una storia da raccontare.


“Entra in questo amore buio, non perderti per niente al mondo”


Il mio “Tienimi” di un anno fa adesso suona come una sfida senza volontà, lui mi tiene ma tutto del suo mondo mi dice d’andar lontano, a volte mi sembra davvero la sfida di chi lascia la mano per ultimo, “se ti perdo sono un coglione”, anche se ti ostini lo sei, persino mio padre mi dice che stiamo sbagliando, mi chiede perché a Ferragosto resto da sola ed io che posso dire? Che lui ha il suo mare là e vuol festeggiare e che averlo qua significherebbe inventarmi una Roma con il suo mare e le sue feste in spiaggia e sperare che si diverta, a volte non è più il con chi ma il dove… a me non frega nulla del dove, io mi sono sempre accontentata del chi ed ho sempre gioito di cuore.


Quando ho detto “Ma che mi chiami a fare?!” è perché sembra non aver nulla da dire, ci credo che poi non ricorda se ci siamo sentiti o meno! Lui pensa “Ma che mi ami a fare?” perché ha la sindrome di Calimero.


Sento forte l’odore del finale, sento anche il rumore della vigliaccheria, mi verrebbe di lanciarmi in un atto d’altruismo e di agire io per lui… ci penso io, mi lascio io… tutto mi stona, persino le mie convinzioni!


“Non chiudere così la telefonata che poi ti rimane la sensazione negativa”… non ha idea di quante volte ultimamente…


Vorrei che alzasse il volume della musica e basta.

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