Non ho poesie per lui.

Non trovo nessuna poesia adatta, nessuno pare aver scritto nulla, nella mia raccolta, non c’è niente a dipingere questo momento.

Come donna-kamikaze mi tuffo su un treno impolverato ad alta velocità con gli occhi scoperti, “Quanto sei determinata!”, determinata un tubo, sto qua dritta controvento per proteggermi.

Come ha detto Natale: “Ognuno di noi ha diritto ad essere depresso… per venti minuti!”, perciò sembro determinata, perché non ho nessuna voglia di stare a lagnarmi più del necessario.

Ho ascoltato al telefono un’ora di lamentele da bruco nel bozzolo, cercando di tirarlo su mentre mi buttava giù, ho ascoltato cose tipo “Me ne andrei sei mesi a lavorare su una crociera ma non so dove sistemare i cani” o cose come “Non vengo al 50° compleanno di tua madre perché non ho voglia di sorridere per finta, lo faccio già tutta la settimana”, già perché invece io non vedevo l’ora d’andare al battesimo del figlio del cugino o peggio ancora al matrimonio dell’ex ragazza!

Ma chiaramente supera la soglia dei venti minuti, sforando nei venti giorni per cui è legittimato ed io sono una deficiente che dice si finchè regge.

Me lo sarò meritato, mi dico, poi capisco che è un pensiero sciocco.

Non è questo che ho meritato, ma sicuramente ho meritato la diffidenza ed il distacco.

Determinata forse, ma a star bene.

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