Mi fu donato per mettere le cose a posto, per darmi una morale che la mia era evidente ma sbagliata.
Persino gli imperi si riducono in cenere, nell’attesa lui ha smesso di credere, io titubante ho continuato, tenendolo per la mano.
Si che nulla resta in piedi, costruiamo su basi di follia e tu hai smesso di crederci, forse perché fin dal principio l’unica folle ero io.
Solamente presa dall’euforia di plastica non mi sono accorta delle macerie, non ho voluto trovare risposte mentre camminavo stringendo forte e non avendo nessuna presa se non quella passiva del “se ci credi tu, perché no? Io smesso tempo fa, infondimi follia e illusione come hai fatto al principio, ne voglio una dose più forte, che duri un altro anno”…
Quella notte io non sentivo freddo, tutto quel vento era solo segno di un cambiamento rapido e mi dissi che avrei dovuto seguirne il flusso e fu brezza estiva anche d’inverno, ma adesso che il paesaggio è inaridito resto qua (messo qua ad aspettare la sera) e apro gli occhi ad una città disastrata. Dove sono andati tutti?
Mi manca chiunque.

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