(12-10-05   pm    metropolitana)

è come se dopo la prima chiave di lettura io fossi stata assolutamente certa della strada da percorrere, come se non avessi mai detto di non aver paura e di essere consapevole dei vari e tanti strati, come se non avessi mai avuto paura.

Proseguivo chiedendo volta per volta se addirittura fosse giusto il modo di mettere un piede davanti all'altro.

Ma è l'entusiasmo che mi fregava e le scarpe iniziavano a saltellare avanti e indietro, ognuna in una stanza diversa e io lì a rincorrerle.

A che servivano dunque le istruzioni senza consapevolezza costante?

E delle cose più basse, tipo rispondere all'uomo col coltello?

Del mettersi allo stesso piano?

Dell'essere sicuri ma alla fine troppo vulnerabili?

Commenti

  1. un pezzo fantastico..



    una cosa..la sicurezza prevede la vulnerabilità d'intenti?

    per me, no..


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  2. la sicurezza non prevede vulnerabilità d'intenti, ma è l'entusiasmo, quello, che mi rende vulnerabile e tutto mi sembre così giusto e da seguire...

    così fino al passo successivo o fino a quando non ti rendi conto che devi tornare indietro perchè hai perso le scarpe...

    magari poi sei pure entusiasta di correre senza, anche se sai che la direzione è opposta!

    E pensa che casino se qualcuno volesse provare a starti dietro! :P

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