LQP

(Resta con me – Vinicio Capossela)

Volere è Potere.

Guarda da questo lato, guarda, guarda, guardami i pensieri che ci plasmo le verità senza consensi.

Ma se nel tuo sonno ti arrivano i miei pensieri, com’è che stanotte mi spingevo sul bordo del letto?

Come se dovessi far spazio, volevo alzarmi e andarmene.

Ed è bello il modo in cui so essere distante nel mio dormire, diceva.

Ad analizzarla questa frase sembrerebbe che io voglia starmene per fatti miei in un momento solitario come il sonno o che abbia notato distanza o che non abbia voglia di risvegli dovuti ad un movimento.

E di bello invece c’è il fatto che le cose diventano speciali solo per chi le vive.

Che due corpi a distanza non si invadono nel sonno.

È vero anche che due anime vicine si scaldano, che le mani a contatto invalidano temperature.

Mi viene in mente ogni tanto di dovermi dar credito, che mi è stato detto in una sorta di rimprovero.

Penso al modo in cui si modificano le cose e come io continui a giocare a carte scoperte, attenta a tutti quei meccanismi che si innescano e che sarebbero di troppo su un tavolo così trasparente, non le vedo le mani che spostano le pedine ma so che quando dirà “il gioco è fatto” io dovrò solo tenerne conto, che è giusto metterci le mani sopra e lasciarci le impronte.

Canto,

“Resta con me questa sera e balla ancora”

Come se all’improvviso avessi iniziato a capire che un domani c’è davvero e che l’oggi è una conseguenza dei passi che ho fatto ieri.

Oggi, credevo d’impazzire: ieri, devo aver mescolato le carte lanciandole per aria.

“Danza con me questa sera

 spogliami ancora”,

Come quando bruciava l’aria attorno se ascoltavo certe parole,

Come se tutte le immagini mnemoniche le avessi intrappolate in reti a maglie larghe per far filtrare la luce di certi momenti vissuti… aria che scalda, chiudo gli occhi.

“E' notte e ci soffia all'orecchio
che l'ora già muore
assieme al nostro odore
a questo tuo sapore”

Posso continuare a crearne forme ma mi metterebbe tristezza riguardarle, le plasmo insieme senza parlare, senza guardare, le sento con le mani e sono vive, finchè non si decide di fargli spiccare il volo, di lasciare che voli il ricordo intatto e puro, senza quelle schifezze che il rancore o l’orgoglio vorrebbero appiccicarci sopra.

La sincerità di poter ammettere quando l’arco sta per toccare terra, il rispetto, la maturità e l’onestà di guardarlo in ascesa… non mi stupirei in tal caso di trovarci la pentola d’oro e tre desideri che ho già espresso seguendone la traiettoria.

E l’unica paura tangibile è di restare senza. Contraddizione.
Avidità d'emozioni e incompletezza.
Ho cambiato gusti, come nel film, semplicemente.
E mi farei rabbia senza spiegazioni, lo so.