19-10-05   (03,15)   (Moltheni – Tat-na)

Mi faccio ombra con la mano.

Trattienimi, per favore…

Come se avessi in mano le forbici per tagliare i fili sempre sotto agli occhi, ma io quei fili vorrei vederli sempre tesi, anche ora che allenti la presa e dei miei pensieri ne fai supposizioni.

Deplorevole, come dire un “Mi ami?” agghindato da un vischioso “per sempre” che la lingua non osa,

da tradurre con un “Amami” (che da solo non basta nessuno per nessuno) ed è un’inutile, egoista, imperativo, un comando bestiale che neppure le bestie possono…

…si chiede sempre ad altri ciò che si vorrebbe per se stessi…

Se qualcuno mi chiedesse di fare in modo che possa amare se stesso penserei ad un’assurdità, nessuno ha certi poteri.

Assurdo quanto un filtro d’amore senza intento.

Poi ho tirato fuori un sorriso per non farlo preoccupare e mi ha detto di continuare così…

Sicuramente meglio un sorriso che altro ma non dovrei farlo per me?

Stesso risultato fotografico ma…

Spazza via, non i dubbi, non le insicurezze, ma il freddo…

Lui, non io.

Io non spazzo via nulla, trattengo tutto rischiando niente.

Si, dopo sorrido anche, mi ci sto abituando da secoli.

Dicevo che non posso nulla se non mi senti e mi stupisco invece di quanto puoi in me.

Poi su diverse altezze ho paura che tu possa non trovarmi più…

Dovrei rendermi conto che ho paura di cose normalissime e che prima o dopo accadranno.

Tutte le verità che prima trovavo razionali e belle ora vorrei allontanarle, così, sull’onda dell’irrazionale.

Mi manchi ed è diverso, più forte, più basso, più animale e mi dispiace provare certe cose su di te…

Vorrei respirare la tua stessa aria, vivere nelle stesse foglie da calpestare… non era così…

Dicevo che era facile, si, ero io…

E per te com’era?

“Troviamo una soluzione”, mi rassicura, che ha cercato di ridarmi a me stessa per potermi bastare anche in certi momenti.

…è che non sempre funziona…

Quando si piange non funziona… lavorerò anche su questo…

Io. Tu. Uno. Due. Egoismo. Altruismo. Spazio. Tempo.

Ho argomenti – gli stessi- dove non riesco a tirare le somme, che in matematica non sono mai stata brava, non so bene dove collocarli, mi si mischiano fra le dita…


 “E dormo meno ogni notte…”

Ho deciso di intrecciarli quei fili, ci faccio braccialetti colorati…

“è il solo modo in cui sorrido…”

Per esempio non so mischiare i colori a caso, so sempre quali scegliere, non ho problemi né con il bianco e nero e né con le sfumature, al massimo sono le luci e le ombre a fregarmi quando scrivo:

“Trattienimi per favore…”

Ma non l’ho scritto che non ho (e non voglio averlo) bisogno d’altro, che mi basta quest’aria da respirare, che ho scelto le tue nuvole sulle quali sostare.

Commenti

Post popolari in questo blog

LQP

...