Non ero forse io la ...

Non ero forse io la tua coscienza sporca?
In tempi migliori, quando giugno era solo il preludio delle nostre vacanze invernali, aprivo gli occhi, a te, che non volevi guardare.
A turni il grillo parlante si divertiva a posarsi sulle nostre spalle.
Vedi? Tocca di nuovo a te. Dov'è il grillo ora?
Chiudo con forza gli occhi (tocca a te, si) serrata in un abbraccio,
mi nutro dello spreco delle buone intenzioni...
è grande il pensiero di te, affollate memorie, binomio di tenerezza e sorrisi,
sciogli adesso questo stringere forzato, fammi ascoltare di nuovo quelle canzoni.
Il tempo che passa.
Ed ecco dal piccolo schermo il Sig. Dufayelle:
“Eccomi… mia piccola Amelie… lei non ha le ossa di vetro, lei può scontrarsi con la vita… se si lascia scappare questa occasione, con il tempo sarà il suo cuore a diventare secco e fragile come il mio scheletro…perciò si lanci! Accidenti a lei!”
Neanche il freddo di febbraio teneva strette le catene, accoccolati in una sciarpa, sorridendo alla neve splendente in controluce su quei lampioni soli.
Di colpo la verità gettata sui gradini in un'ora improbabile mentre un uomo esce dall'ascensore per andare a caccia.
Tu non sai parlare.
Come dire di non saper vivere.
Apri le mani, ho cioccolata fondente per me.

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