(04,00)

“Sono in giro e non ho soldi

Inciampo negli astri

Corteggio la luna”

Io sbaglio l’ordine dei pensieri, sbaglio le priorità, non starei così oggi se mi mettessi al primo posto.

Ho il singhiozzo e non mi passa.

Cercavo di capire mentre passavano i minuti, a manciate di quarti d’ora, a frammenti anche qualche pezzo d’ora ad affollarsi alle altre.

Mi faceva piacere avere vicino il quadrupede perché era da più di un anno che non andavamo in un pub insieme, avrei voluto tuttavia trovare il modo per telefonare, perché il mio sorriso non mi bastava.

Il singhiozzo mi è rimasto.

“Mi piace la notte

Perdo treni

E mangerei pure i pianeti”

Ho cercato di capire mettendo da parte l’orgoglio, tenendo in considerazione la spontaneità e l’importanza di se stessi ed ho scambiato i ruoli ma fuori dal cilindro ho tirato fuori altro orgoglio e altre me, così ho voltato qualche foglio perché non volevo sbagliare e continuavo a darmi da pensare perdendo in spontaneità e alla fine volevo solo smettere di pensare ed iniziare a dipingere, il singhiozzo non passava ed avevo bisogno di una risposta che non fosse offesa, che fosse solo sincera…

Ma non li regalo ancora i pensieri e mi sento male nel pensare a quello che avevo promesso, a quello che non riuscivo a mantenere.

Solo una frase e crisi, dunque… poca stabilità in fondo…

E allora ricerco equilibri variabili perché appena mi poggio ad orari o su sportelli di treno o su battiti con frequenza irregolare si creano dipendenze e aspettative, invadenti da farti tornare nella tana, correndo, niente salti di gioia, solo passi veloci e non si guarda indietro e non si dubita, si scappa solamente.

Aspettative e dipendenze, non solo non ne volevo ma non sapevo neppure come gestirle, da dove iniziare, per quello il tanto pensare, non sapevo neanche da dove ricominciare per farle scorrere, per fare in modo che si possa viaggiare senza nessun blocco e senza nessun controllo in nessuna stazione di servizio.

Ho iniziato a disegnare sul viso perché il foglio era limitante e troppo delimitato per gli sgorbi emotivi.

Il giorno che disegnerò su qualcuno…

Ho capito che io le mie dipendenze le avevo già create e che se lui avesse voluto io avrei cercato di scioglierle, che se lui ne avesse avute io avrei chiesto il suo permesso per soffiarci sopra.

Vedevo il tutto in maniera tanto speciale che se solo io avessi avuto lenti colorate per guardare questi giorni avrei voluto occhiali di alta qualità, anti-riflesso, anti-appannamento, anti-illusione, occhiali di pura realtà per capire come dover realmente vedere le cose, capire che forma abbiano, delinearne i contorni, ma non voglio piatti pronti, non voglio né rapidità né certezze, solo chiarezza… e basterebbe parlare ed ero fiduciosa ma anche spaventata dalla paura di non capire e di non essere capita…

Che si sa, c’è sempre il timore di sembrare diversi e si sta in silenzio… Parlare, avevo deciso di parlare.

Dall’incomprensione poi avevo capito che mi stavo pre-occupando e che avrei aspettato quella risposta per poi occuparmi.

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