(Cose Che Cambiano Tutto - Diego Mancino)

"La luce spegni, ti fai avanti:
non han più peso le parole, l'odio che mi porti.
Ci sono cose più importanti
nel cuore nero di certe fanciulle affascinanti."

Come spiegare e cosa dire come cosa ed anche perché, qui il silenzio non c’entra, non pesa, non il mio, non nasconde, solo non vuol sapere e si annoda vicino alla gola, non mi levo il sorriso, non ancora, non ora.

Movimenti nel buio, scrivo copio cancello riscrivo rinnovo di nuovo stampo scappo.

L’ho sentito dire: “scusi, lei, può farsi un po’ più in là”, così, senza punto interrogativo, l’ho detto: “è la pioggia che mi ha svegliato”, ci penso ora che era il cattivo equipaggiamento a disturbarmi che quando piove ci si deve vestir leggeri così non ti restano i vestiti umidi sul corpo.
"Ci sono cose che non puoi capire adesso,
cose che fanno più paura del tuo gusto dell'eccesso.
Ci sono cose che non vedi, anche se sono dappertutto.
Adesso è meglio che mi guardi e che mi dici il tuo giudizio.”

Sai come passi le ore mentre aspetti e non capisci e ti domandi e non domandi.
“Cose che cambiano tutto.
Cose che cambiano tutto.”

Ed è stata sera dopo il pomeriggio e c’è stata la mattina ancora prima, c’è stato il momento del parco, c’è stato il pranzo anche e l’indifferenza reciproca, c’è stato che sono stata chiusa con Schiele, chiusa in una stanza ed è diverso da quella volta in cui ero sdraiata sul pavimento a guardarlo da sotto al letto, diverso anche da quando ci siamo chiusi nella prima stanza che abbiamo incontrato perché non capivamo gesti e richieste inique, diverso e basta ed anche irrilevante.
Ieri ho scoperto che Schiele, l'artista ha utilizzato in un suo autoritratto lo stesso bordo che ho usato io nel mio e il suo contorno era anche del colore degli occhi, cavi, fatti di luce o di quel chiarore vuoto e appannato.

“E noi, di cosa siamo fatti:
di vento di rivolta, o solidi ricordi?
Se puoi, rigenera mia gioia
le cose che non so spiegarti.”

Non ho voglia di pesare parole e trovare i milligrammi di attitudine e differenziarla poi per qualità, così mi auto-inondo e nessuno ti obbliga  a leggere, la crocetta in alto a destra ti ripulisce l’animo mentre io mi sdraio qui, Maya Desnuda un’altra volta in penombra, ci penso sai, la Maya Desnuda aveva tanta di quella luce addosso, così tanta da allontanarla da me, brillavo io e ho luce ancora e tanta e forse anelo a quel bianco novecentesco di pelle chiara e vorrei riempirne tele intere senza sfondo, solo pelle, pagine e pagine senza virgole e punteggiatura anch’essa inondata anch’essa fluente a fluire fuggire tra i flussi di coscienza in cui a volte mi ritrovo.

Scusi lei può farsi un po’ più in là.

Non avevo spazio, mi ero messa all’angolo senza più un soprannome, non avevo spazio e ho tentato anche di mettermi sul soffitto, la visuale da pavimento era la mia preferita ed invece ho preferito essere soffitto dopo esser diventata tetto mesi prima.

Scendo dal letto e mi rimetto al centro della stanza.

Ti ricordi di quando immaginavi una coppia che partiva al centro di una stanza e poi il disequilibrio, e uno si ritrovava con le spalle al muro e poi la crisi, e lei che voleva avanzare fino a prendersi tutto il suo spazio?

Si, mi ricordo, credo che lei non chiedesse mai neppure “Permesso”.

Io lo chiedo sempre il permesso e sono stata anche accusata di formalità.

Così ho capito di essere una persona che bada alla forma.

Io che credo alla sostanza.

“Ci sono cose che non puoi capire adesso,
cose veloci che rimuovono il senso del perfetto.
Ci sono cose fatte come miele, madido progresso.
Veloci scendono un respiro e la tua forma di rispetto.”

Poi mi hanno anche detto che sono una persona impegnata, come quando dicevano: “Sei strana”, all’inizio sorridevi, poi ridevi e alla fine quando le voci diventavano tante iniziavi a crederci e ti infastidivi, ma di cosa? Di quello che eri per gli altri? Di quello che credevi di essere? Di quello che eri?

Così, ero, strana, così, ora, impegnata. Ebbene? Guardo un attimo tra i foglietti e mi dicono che lo sono, mi fa ridere, mi faccio ridere da sola, meglio così.

Poi gli altri ti dicono “Tu sei…” scegliendo un aggettivo adatto al volto che hai in quel momento e tu sciogliendo il voto del silenzio ti ritrovi a studiare che ogni definizione data all’uomo per qualcuno era una menzogna, lo studio sulle maschere.

“Cose che cambiano tutto.
Cose che cambiano tutto.”

Ensor, studiatevi Ensor, si è ritratto sotto forma di scheletro ed il titolo era qualcosa del tipo "autoritratto nel milledatachenonmiricordo" quando lui morì  nel millealtradatachenonmiricordo ed era un sacco di anni prima, è bello leggere e stimare persone che non conosci e che non conoscerai mai, me lo ristudio Ensor.

Poi forse sono un po’ guarita nel giro di pochi minuti, forse ho imparato ad uccidere le zanzare, forse mi temono loro ora che non le temo più, forse familiarizzo con i volti, con le altre maschere, forse riprendo in mano oltre che la mia vita anche il mio silenzio, io che ho scelto la strada del parlare, forse parlo davvero, forse racconterò a qualcuno di quando chiedevo a mia madre che voce pensava che avessi o se anche nei suoi pensieri c'era una voce.

Commenti

  1. Mi viene in mente quando in mezzo a milioni di voci che si intrecciavano confuse io mi rifugiavo nei miei pensieri. E poi all'improvviso qualcuno rompeva la magia dicendo: "e tu?"

    E io non sapevo che dire...

    Forse solo perchè anch'io amo il silenzio. =)

    Ma adesso ho imparato a non lasciare che il giudizio degli altri intacchi ciò che sono...

    Alla fine preferisco capire le persone dagli sguardi.

    Ciao mickey.

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  2. (scIettica!!! madò... :D )

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  3. Ho letto un po'... a volte anche distrattamente... lo confesso :) ma chiedo perdono... recupererò... :)

    Ho trovato una mente che dipinge anche con le parole... e mi ha fatto molto piacere...

    Probabilmente risulterà il solito primo commento "anonimo"... ma ero un po' sciettica quando ti ho letta da me... (non per te... io sono così)... invece è stata una sorpresa il tuo blog... e sono qui semplicemente a scriverlo...

    Il tuo e quello delle altre due persone che mi commentano...

    Una fortuna direi :)


    Buona serata...

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  4. uno di quelle due persone..


    eh..



    ho letto.. ci sono dei passaggi che sono incredibili..



    la cosa della camera e del pavimento..

    e la forma..

    e cosa siamo..


    un vivere con i fiocchi..



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  5. Mi fai sentire meno sola..

    Grazie che mi fai sempre visita..

    Scegli il posto che più ti piace, nell'angolo si sta tranquilli...

    ti abbraccio..

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  6. nessuno scIetticismo ho trovato...

    anche perchè avevo già letto tra le righe e... figurati! :)

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  7. "Scrivevo silenzi."

    (Arthur Rimbaud)


    "A volte sento di non aver niente da dire e voglio comunicare questo"

    (Damien Hirst)

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  8. negli angoli sto più tranquilla e non mi ci nascondo più, non sto più solo a guardare, ci sto solo perchè sto più comoda, ho imparato questa cosa, ecco...

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  9. (b)waver... sei sempre stata così... ti si "compra" facile perché dentro sei meschina e vuota... cerchi sempre di riempire... beato il tuo lui che non capisce un cazzo...


    b

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  10. Diffido dei "sei sempre" e "non sei mai", che cercavo di riempire continuamente il vuoto è assoultamente vero, forse a volte lo faccio ancora ma ho imparato a non cercare per forza e sono più felice, ma da lì a dire d'esser vuoti ce ne passa!

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  11. il mio commento *10 era per la "donnetta" BWAVER che commentava qui tempo fa con uno dei suoi tanti nick legati a blog farsa così come farsa é tutta la sua vita...


    lei fa un blog per ogni "grande amore" che vive in rete... da qualche parte ce ne sarà qualcuno anche per Antonio/Leggimi e chissà per chi altro...


    B

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