E se potessi con tutta la forza che saprei...
Non ero così, "io non sono così" te lo ricordi mentre lo dicevo e mi rabbuiavo?
Poi hai capito che non avevo tutte le mie energie...
Adesso cerco, cerco, cerco e ci giro attorno, come se il trovare potesse recar danno o sconvolgimento.
Lei mi caccerebbe via al secondo tentativo, io aspetto sempre me stessa prima di entrare nel gruppo.
Se potessi forzare i ricordi, distorcere le voci...
Ho frasi da recitare e un biglietto lasciapassare, il bagaglio dei saluti, il castello degli incerti.
Spari nell'aria, saprai che il mio cane si nasconde sotto al letto, lo porto via nella folla e non ci sarà certezza per lui, quale angolo sceglierà?
Non mi importa nulla dello scoccare della mezzanotte dello stare in un determinato posto o con determinate persone, lui ha paura, io sto con lui.
Non ci sono alternative.
Se potessi, se riuscissi a farti sentire tutto quello che vedo mi sentirei allora di aver fatto tutto, ma tu hai me, hai me relegata nelle tue idee e aprire gli occhi sembra richiedere sforzi disumani.
Anche alla luna che passa veloce dietro alla collina mentre il motorino va... io cerco altri occhi e trovo altri nodi, quand'è successo che mi son persa nel garbuglio delle fughe e delle buone intenzioni?
Mi aveva scritto un biglietto dicendo di non far del male...
Me lo ricordo tutte le volte che mi infilo i guanti e penso al freddo in velocità o quando affondo il cucchiano nel miele a lenire la gola... che colpa ne aveva?
Erano questi i gradini dove eri caduta?
Non sono mai caduta.
Oggi faccio la guardarobiera (nera e al suo romanzo rosa che sfoglia senza posa al saluto riverente...) e penso al peggio, ma anche alla virtù che sta nel mezzo.
"per ora non so dove altro andare..."
LQP
16-07-10 (18 e qualcosa, Villa Gordiani, Io & Schiele) (Sulla setta) Pensavo a Loredana, al “Pronto, puoi aiutarmi?” e al “…non importa aspetterò mercoledì…impazzirò da sola!” e alle lacrime negli occhi, al credere di poter, realmente, impazzire, al di là dei modi di dire. Ci sono dei meccanismi psicologici che un Maestro dovrebbe poter prevedere, non ci vuole molto… una volta che ti sei “messa nelle mani” di un Maestro, perché così ti è stato insegnato, ad affidarti completamente, a fare ciò che lui ti suggerisce, ti accenna, ti induce a fare direttamente, lui sa perfettamente – perché è il tuo Maestro – che tu farai o che tu non farai ciò che lui ti dirà di fare, sempre nel nome di una libertà individuale e di un rapporto personale con il Maestro e del segreto che va mantenuto in quella stanza. La libertà di cui ampiamente si parla, dov’è? Nella scelta – libera – di farsi manipolare? Nella dipendenza psicologica? O nel potersene andare? Allora, grazie Alfre...
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