Mi viene questa nostalgia da ultimo giorno dell'anno (buon ultimo giorno di quest'anno), pensando allo scorso anno e a quello prima e a quello prima ancora e a tutto ciò che vorrei ancora e ancora e ancora.
"E l'altra colpa è non amarmi"
i miei sogni e le mie risate e tutte le banalità e il fermarsi per scoppiare a ridere per una parola, un silenzio e via a ridere ancora, diglielo che non facevamo altro che ridere anche quando pensavo, quando non piangevo, quando bere era allegria, quando attendere il notturno era una questione di libertà, ho aspettato anni per vedere una parvenza di una me indipendente ma non mi è piaciuta granchè perchè per la farsa necessito di grandi attori...
"e a scordarmi quel che è stato
ti offrirò la mia allegria
quel che non posso dare agli altri
e anche io lo sai
so ridere e scherzare"
E sai anche che non è tutto oro quello che luccica, avrei voluto averti lì ieri, a spiegarlo in una parentesi spaziotemporale al barista sornione che rideva incuriosito da (di) me, dei miei anni, delle mie carte, a spiegargli cosa vedevi dei miei sogni, delle mie pagine e delle mie parole di quando eravamo seduti sul catrame che ogni posto era buono per scambiarci baci e impressioni.
Non ho saputo spiegarlo da me che oltre c'è un oltre, che la facciata è radiosa e che l'interno anche ma che c'è un misto di prevalenza che si nasconde da solo anche quando provo a lavarlo via.
Chiarezza Imperturbabile.
Sparano ancora fuori, sparano ogni anno, anche quest'anno ho i miei bastoncini luccicosi e silenziosi.
LQP
16-07-10 (18 e qualcosa, Villa Gordiani, Io & Schiele) (Sulla setta) Pensavo a Loredana, al “Pronto, puoi aiutarmi?” e al “…non importa aspetterò mercoledì…impazzirò da sola!” e alle lacrime negli occhi, al credere di poter, realmente, impazzire, al di là dei modi di dire. Ci sono dei meccanismi psicologici che un Maestro dovrebbe poter prevedere, non ci vuole molto… una volta che ti sei “messa nelle mani” di un Maestro, perché così ti è stato insegnato, ad affidarti completamente, a fare ciò che lui ti suggerisce, ti accenna, ti induce a fare direttamente, lui sa perfettamente – perché è il tuo Maestro – che tu farai o che tu non farai ciò che lui ti dirà di fare, sempre nel nome di una libertà individuale e di un rapporto personale con il Maestro e del segreto che va mantenuto in quella stanza. La libertà di cui ampiamente si parla, dov’è? Nella scelta – libera – di farsi manipolare? Nella dipendenza psicologica? O nel potersene andare? Allora, grazie Alfre...
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