E anche stanotte, nonna, per la seconda volta, in sogno.
E anche stanotte uno strano sogno. Quante lacrime. Tante lacrime.
Io sul letto ad urlare e volevo solo l’infermiera sconosciuta accanto, che madre, madre di madre e dottore non servivano a nulla, compassionevoli e professionali con aria di rimprovero.
Altra notte, altro sogno, lasciavo volutamente la tela blu alla fermata del tram, poi quando andavo a riprenderla era gonfia di pioggia e piena di crepe e ditate.
 

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