Giro senza il mio zainoguscio perché l’ho dimenticato fuori casa, così come ho dimenticato di tornare a casa la scorsa notte e forse è stato un bene.
Sono due ore che aspetto di essere informata sul da farsi serale e vorrei dirlo a tutti senza dir nulla e senza che nessuno chieda davvero.
Non trovo neanche le mie orecchie a punta.
Niente maschere per me stasera.
Ed ecco che poi fra le dita non mi resta nulla, solo promesse a riecheggiare, solo la speranza di poterci credere ancora.
Voglio un cuore nuovo. Più buono.
“Infantile” ha detto Andrea, ed ha ragione, ha questo suono infantile e già visto e raccontato, come la classica delle storielle da film americano.
Divento allergica a questi andirivieni emozionali.
Rivoglio il mio zainoguscio.
E suoni nuovi.
Nel suo non-arrivo mescola in lontananza i miei desideri.
Non sarebbe meglio se?
Non sarebbe neanche peggio. Non sarebbe neanche meglio. Non sarebbe e basta.
Perderebbe senso e identità.
Che soffiando sul polline sembra di aver attuato una magia, soffiare sulla polvere invece rende solo nervosi. 

Commenti

  1. piccola il 26 sei libera... ci sarebbe un certo compleanno da fasteggiare a roma

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  2. un abbraccio-guscio piccollina! spero che serva a colmare il vuoto!

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  3. è bellissimo che, pur non conoscendoti, tu abbia tra i tuoi link miei amici e persone che stimo profondamente!!

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  4. Bisogna pur soffiarci sulla polvere, rende nervosi, è vero, ma ogni tanto serve per non vedere tutto dello stesso grigio. Un bacio e a fra pochi giorni :)

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