(Karate - Not To Call The Police)
Penso allo zucchero filato che si appiccica e non se ne va più e cerchi una fontanella nel parco, poi alle mascherine che eravamo due scemi che cercavano con gli occhi gli occhi dei bambini mascherati, poi penso alle stelle filanti e alle crostatine al cioccolato, penso che ora forse sarei in ritardo per la cena e scriverei un messaggio per avvisare del mio ritardo perché sto aspettando il treddodici e invece sto qua che ho già finito la cena e mi hai insegnato anche a bere il caffè dopo cena ed è patetico questo pensare e piangere sul nulla che di nulla si tratta e a me che dita che stringono dita e mi resta solo il vuoto che ho sempre temuto che ho sempre nascosto e che ho sempre conservato in fondo in fondo e ancora più in fondo e che non si è mai impossessato di me, solo talvolta doveva farsi sentire ed uscire un po’ fuori sottoforma di lacrime, era il nostro accordo segreto, fra me e il vuoto e invece oggi ci ho litigato e ognuno faceva quel che voleva e lui spingeva per uscire ed io sono uscita mi distraggo un attimo e puf ritorna il vuoto nella sua assenza.
Le dita che stringono le dita ed anche oggi niente lune e niente animali parlanti perché anche per oggi non ho disegnato niente.

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